L’Unione Europea, istituzione spesso al cento di grandi speranze ma anche di grandi polemiche, raggiunge un’importante risultato. Il 13 novembre 23 Stati membri hanno firmato una notifica congiunta che dà il via alla costituzione effettiva di una politica di difesa comune europea.
Il progetto di cooperazione va sotto il nome di Pesco (Cooperazione permanente per la Sicurezza).
Il progetto Pesco: una difesa europea più coordinata dopo 60 anni di tentennamenti.
L’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Federica Mogherini ha dichiarato: “È una giornata storica per la difesa europea […] ci permetterà di sviluppare programmi di armamento e facilitare la messa a punto di operazioni esterne”.
Questo passo avanti nella cooperazione europea sblocca uno stallo durato 60 anni. Il progetto di una difesa comune europea, infatti, era stato a lungo osteggiato in particolare da Francia e Gran Bretagna. A questo proposito, proprio la Francia aveva fatto fallire la la Comunità Europea di Difesa (CED) rifiutandosi di aderire al progetto. Oggi, i 23 firmatari danno attuazione ad un dispositivo già previsto dal Trattato di Lisbona.
Oltre al Regno Unito (in uscita dall’ U. E.) non partecipano all’accordo Malta, Portogallo, Irlanda e Danimarca. Tuttavia Portogallo ed Irlanda potrebbero firmare a dicembre.
L’attivazione definitiva della Pesco è prevista per l’11 dicembre con l’approvazione a maggioranza qualificata da parte del Consiglio.
Cosa prevede la Pesco
Il nuovo progetto di difesa comune europea prevede principalmente una maggiore cooperazione e coordinazione degli stati aderenti riguardo alle spese militari.
Mentre gli eserciti rimarranno di competenza nazionale, le decisioni riguardanti la tipologia di armamenti e le strategie di sviluppo e ricerca militare saranno condivise dagli aderenti alla Pesco.
Insomma un progetto che si propone di salvaguardare la sovranità nazionale, migliorando l’efficienza militare europea.
Nell’ambito di questo progetto, è stato istituito il Fondo Europeo di Difesa, dotato di 5,5 miliardi di euro l’anno per investimenti comuni.
Al momento i progetti sul tavolo del Servizio Europeo per l’Azione Esterna sono circa 50, tra cui la realizzazione di una scuola internazionale di pacekeeping a Torino.
Insomma, la creazione di un’Unione Europea della Difesa sembra procedere speditamente. Si prevede la sua piena operatività per il 2025.
Gessica Liberti