Alimentazione: i 10 falsi miti su cibi miracolosi e quelli da “evitare”

Cresce sempre più l’attenzione degli italiani nei confronti della propria alimentazione, soprattutto in merito al legame tra il consumo di determinati cibi e gli effetti sulla salute.

Dieta e alimentazione: i 10 falsi mitiIl mondo del web in tal senso è una fonte di informazioni tanto importante quanto dannosa. Sicuramente utile perché permette l’accesso a una quantità potenzialmente infinita di nozioni utili, anche nel campo dell’alimentazione e della salute, ma canale spesso pericoloso che amplifica e diffonde senza limiti informazioni errate e pericolose.

Una recente indagine svolta da Coldiretti e Ixè nell’ambito della campagna #StopFakeNews ha evidenziato l’aumento esponenziale delle fake news sulle caratteristiche e proprietà di cibi e alimenti, spingendo a seguire diete scorrette e  comportamenti alimentari dannosi per la salute umana.




La top 10 dei falsi miti su cibo e alimentazione redatta da Coldiretti

    1. L’ananas ha proprietà brucia-grassi: la sostanza bromelina favorirebbe solo la digestione delle proteine e non la neutralizzazione dei grassi, ma in ogni caso la bromelina è contenuta nel gambo dell’ananas e non nel frutto che mangiamo.
    2. Il Kamut è un’antica varietà di cereale: il cosiddetto ‘grano dei faraoni’ altro non è che un marchio commerciale registrato negli Stati Uniti. Sotto il brand Kamut si vende la varietà di grano Khorasan coltivato in USA e Canada. Il grano Khorasan è coltivato anche il Italia e presenta caratteristiche simili anche a quelle del farro e di alcuni grani duri nostrani.
    3. Le banane sono l’alimento più ricco di potassio: è forse uno dei falsi miti più diffusi e radicati quando si parla di alimentazione. Sul podio dei prodotti ortofrutticoli più ricchi di potassio troviamo infatti – ancor prima delle banane che occupano il nono posto – alimenti nostrani come gli spinaci crudi, la rucola, i cavolini crudi e i kiwi.
    4. Il latte fa male: questo alimento fa parte dell’alimentazione dell’uomo adulto da migliaia di anni, al punto che il genoma umano si è modificato per permettere la produzione dell’enzima che si occupa di scindere e assimilare il lattosio.
    5. Lo zucchero di canna non fa ingrassare: le caratteristiche nutrizionali e caloriche dello zucchero di canna e di quello raffinato bianco sono le medesime, secondo quello affermato da Coldiretti.




  1. La carne va eliminata: non è vero che fa sempre male e deve essere assolutamente eliminata. Non esistono infatti studi che affermino che la carne faccia male anche se mangiata con moderazione, mentre sono indiscusse le sue proprietà benefiche per lo sviluppo, la crescita e la riparazione del nostro organismo. Può però essere eliminata, ad esempio, se sostituita con altri alimenti di origine animale, come uova o latte.
  2. I grassi fanno sempre male: si tratta di componenti indispensabili per il nostro organismo e la salute umana. Hanno effetti negativi solo quando se ne ingeriscono in quantità elevate e se si tratta di grassi “cattivi”, a differenza di quelli “buoni” e di elevata qualità (es. olio extravergine di oliva).
  3. Chi è intollerante al lattosio non può mangiare formaggi: esistono formaggi stagionati che vedono la completa scomparsa del lattosio al loro interno, dovuta proprio al prolungato periodo di stagionatura. In questo caso, gli intolleranti al lattosio potranno consumare questa tipologia di formaggi, e generalmente tollerare (a esclusione delle intolleranze acute) una quantità minima di latte al giorno – circa 125 ml – senza particolari conseguenze.
  4. Gli alimenti prodotti nell’Unione Europea rispettano le stesse norme: in Italia vi sono regole piuttosto restrittive quando si parla di produzione agroalimentare, basti pensare al divieto di utilizzare polvere di latte nella preparazione dei formaggi, di aggiungere zucchero nel vino e di ricorrere al grano tenero per fare la pasta. Norme che non valgono invece per tutti i Paesi europei.
  5. I prodotti venduti dal contadino sono meno controllati: è esattamente il contrario. Tutti i prodotti alimentari realizzati e venduti in Italia devono rispettare i medesimi standard, anzi, quelli direttamente immessi sul mercato dai produttori agricoli aderenti a circuiti di tutela come Campagna Amica sono sottoposti a ulteriori 3 step di controlli aggiuntivi. Oltre a considerare, poi, che la vendita diretta permette di acquistare prodotti più freschi proveniente dalla filiera corta, e prodotti in Italia al 100%, a differenza invece di quelli che si acquistano al supermercato o dal fruttivendolo.

Annachiara Cagnazzo

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