Didattica a distanza e abbandono scolastico: fenomeni collegati?

DAD, Didattica a distanza

Nel nostro paese l’abbandono scolastico è un problema di vasta diffusione, soprattutto nel mezzogiorno. Nell’ultimo anno, come è noto, le scuole hanno serrato l’ingresso e l’Istituzione ha dovuto trovare un nuovo e funzionale metodo per garantire il proseguimento delle lezioni: la didattica a distanza. Un fenomeno, quello della DAD, dalle immense potenzialità ma per cui noi proprio eravamo pronti. Nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado ha senza dubbio contribuito a limitare i contagi eppure, anziché migliorare le condizioni di apprendimento degli studenti non ha fatto altro che incrementare e sottolineare una profonda disuguaglianza sociale tra i giovani residenti in Italia. Spesso, infatti, in questi mesi, hanno trovato grandi difficoltà a seguire le lezioni e stare al passo con i programmi scolastici.

La situazione in Italia

In Italia, secondo il MIUR, tra il 2016 e il 2017, il 3,81% degli studenti di scuola secondaria di secondo grado ha abbandonato gli studi, un dato che all’epoca, riconduceva a un miglioramento dei fenomeni di abbandono e dispersione scolastica . Nel 2020, secondo la Relazione di monitoraggio dell’istruzione e della formazione di tutta l’Unione Europea (Commissione Europea), poco meno del 20%degli alunni di 15 anni in tutta Europa non riesce a ricevere un’istruzione sufficiente. L’Italia è il paese con il più alto tasso di dispersione scolastica, il 13,5%  (il dato è precedente alla pandemia in corso). La didattica a distanza ha incrementato l’abbandono scolastico anzitutto perché molti alunni si sono trovati senza un’adeguata connessione ad internet o senza dei dispositivi mobili o fissi con cui poter seguire le lezioni. In questi casi tuttavia, le scuole si sono occupate, per quanto possibile, di fornire agli studenti dispositivi tecnologici in comodato d’uso.

Quel senso di abbandono

Dall’altra parte non si può ignorare il fattore psicologico per cui molti studenti si sono sentiti abbandonati. Altri sono stati colpiti da malinconia e tristezza generalizzata fino ad arrivare ai sintomi della depressione. Il benessere psichico, troppo spesso dato per scontato in Italia o sminuito, è un fattore determinante per bambini e ragazzi, che da un momento all’altro si vedono portati via (in particolare i liceali) “i migliori anni della loro vita”. Secondo un’inchiesta svolta dalla comunità di Sant’Egidio, su 12 regioni italiane, 1 bambino su 2 ha difficoltà a seguire la didattica a distanza e 1 su 4 è a rischio dispersione – a volte per un numero elevato di assenze, a volte perché non ha mai frequentato le lezioni.

Istruzione e distanza non sono più compatibili

Molte scuole, inoltre, hanno diminuito gli orari di lezione in didattica a distanza, confidando in un ritorno totale in presenza. Ciò che è certo è che dalle primarie alle superiori gli studenti, non solo quelli meno abbienti, si trovano in grave difficoltà. La stessa Ministra dell’Istruzione uscente Lucia Azzolina, in un’intervista a Radio Rai, ha affermato “La DAD non funziona più”, gli studenti e le studentesse hanno necessità di seguire ed essere seguiti, di studiare in condizioni di serenità e sicurezza e anche di farsi qualche chiacchiera con i compagni a ricreazione. La crescita, sia per i bambini che in fase adolescenziale è un momento molto delicato in cui l’istruzione e la formazione giocano un ruolo fondamentale: studenti preparati, saranno cittadini consapevoli e, se necessario, critici un giorno.

La DAD legittima l’abbandono?

Lo studio, oltre a essere un diritto, è anche un dovere e  l’abbandono scolastico è un fenomeno grave che sembra sottovalutato a volte. La didattica a distanza sembra quasi legittimare questo fenomeno, facendo sentire gli studenti sminuiti e non supportati. Infatti, il sistema scolastico di oggi sembra tarato sul solo dare-ricevere di nozioni in modo totalmente impersonale. Seguire le lezioni da casa, magari, per alcuni può essere meglio, ma per la maggior parte degli studenti non è così. Aumenta un senso di inadeguatezza (tipico degli adolescenti in particolare) per cui il\la ragazzo\a si sente in difetto rispetto ai propri compagni che, banalmente, hanno una camera tutta per sé o posseggono diversi dispositivi elettronici o ancora hanno un rapporto sano con la loro famiglia. Tutti fattori che potrebbero portare all’abbandono scolastico, in relazione diretta con la DAD.

La cornica scolastica non conta meno dell’ora in aula

Nell’ultimo anno si sono perse molte ore di lezione e molti momenti spensierati tipici del periodo scolastico, si sono persi giorni importanti come il primo o l’ultimo, l’esame orale di maturità, le settimane di cogestione o autogestione ; tutti piccoli tasselli un puzzle che comporrà giovani donne e uomini che tra qualche anno saranno alle prese con il mondo, i loro sogni, la realtà.

La scuola in estate

Le scuole italiane dall’altra parte, anche con tutta la buona volontà, sono spesso fatiscenti. Le aule sono piccole ed è quasi impossibile contenere il contagio senza spalancare le finestre alle 8 del mattino a gennaio. La soluzione, tra le più gettonate, è quella di recuperare le ore perse prolungando la scuola anche in estate oppure, come propone la Comunità di Sant’Egidio, anticipare l’inizio dell’anno scolastico al primo di settembre. Potrebbe essere una salvezza, ma chi colmerà il vuoto culturale e psicologico che si è creato con questa pandemia?

Virginia Maggi

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