Ci sono voluti ben 19 anni per riportare al suo antico splendore uno dei musei più antichi d’Egitto.
Sicuramente il più antico della provincia di Tanta, città poco distante dal Cairo, nella regione del delta del fiume Nilo.
Quasi vent’anni potrebbero sembrare molti, ma il restauro è un’arte che ha bisogno di tempo, specialmente se si deve far rinascere un museo del 1913.
Già prima del 2000 il museo era stato chiuso per restauri, ma mai per tanto come in questi decenni. Il risultato è già alla portata dei visitatori, che possono ammirare le bellezze raccolte ed esposte nei diversi piani del nuovo museo di Tanta, in Egitto. I lavori sono stati necessari anche al fine di ospitare una nuova collezione. Essi hanno garantito dunque al visitatore non soltanto spazi rinnovati e servizi aggiuntivi, ma anche un patrimonio storico-artistico di maggior portata del precedente.
L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Ministro delle Antichità, Kalhed el-Elany, accompagnato dal Segretario Supremo delle Antichità e dal governatore di Gharbiyya. Proprio quest’ultimo, durante l’evento ha spiegato come sia stato messo in atto un preciso piano governativo che prevede la riapertura di tutti i musei. Questa decisione garantirebbe all’Egitto maggior attrattività turistica. È infatti prevista per il 2020 a Giza l’attesa apertura del più grande museo archeologico del mondo, il Grand Egyptian Museum.
L’Egitto è uno dei più ricchi scrigni dell’antichità e come tale ha il patrimonio culturale necessario per poter puntare sulla cultura come fonte di investimento.
Senza dimenticare che l’arte porta profitto non soltanto in termini economici, ma anche culturali e spirituali.
L’arricchimento dell’anima e del sapere sono di fatto già garantiti nel nuovo museo egizio di Tanta. Quest’ultimo conta ben 2500 reperti che abbracciano differenti epoche e culture che hanno attraversato l’Egitto nei secoli. Si tratta di oggetti archeologici e opere di epoca greca, romana e faraonica. La commistione temporale permette la presenza di un’icona della Vergine Maria e al contempo una statua del dio della medicina Imhotep e del dio Osiride.
La struttura architettonica è perfettamente in linea con i musei della contemporaneità, che prevedono diversi piani e spazi, ciascuno progettato per una funzione diversa.
Oltre allo spazio adibito per l’esposizione dei reperti archeologici e della collezione, ci sono degli ambienti dedicati a conferenze e riunioni e quelli riservati esclusivamente ai servizi per il visitatore (ristoranti, bookshop, guardaroba, ecc.). I cosiddetti “servizi aggiuntivi” sono la firma del contemporaneo. Se da un parte offrono un’esperienza museale di maggior livello, devono però essere bilanciati da una congrua attenzione al contenuto esposto, che non deve essere messo in secondo piano.
È sicuramente questo il caso del museo egizio di Tanta, il quale offre non soltanto due piani dedicati alla collezione e ai reperti archeologici. Un intero spazio è infatti riservato all’esposizione e all’approfondimento della loro cultura della morte.
Le piramidi e la loro storia vi avranno sicuramente insegnato come gli egizi fossero soliti creare un ambiente funerario particolare. Nelle tombe egizie infatti gli oggetti occupavano una posizione privilegiata. Questo perché era credenza che ci fosse una vita dopo la morte e che il defunto avesse bisogno di quei suppellettili per la sua nuova “vita” nell’aldilà.
Il terzo piano è dunque interamente dedicato a ciò che si trovava nelle tombe, da copie di porte e sculture per ricostruirne l’ambiente, a reperti di varia fattura adibiti alla conservazione ci profumi e cibi.
La ricchezza dell’antico Egitto bussa alla porta del mondo contemporaneo. A voi rimane la scelta se pianificare un imminente viaggio al Cairo o cominciare a riscoprirne il fascino nei musei italiani dedicati all’esposizione dalla loro arte e cultura. I più famosi situati in Italia sono sicuramente il museo Egizio di Torino e quello di Milano.
Claudia Volonterio