I “diari segreti” di Giulio Andreotti sono tutti i quaderni, le agende e le agendine su cui l’ex Primo Ministro annotava gli eventi più importanti, politici e non. Ci rivelano come anche la politica celi dietro di sé un abile sceneggiatore
Curvo, taciturno, calmo fuori e inquieto dentro, sofferente di frequenti emicranie, ironico, fiducioso. E’ così che Sorrentino rappresenta Giulio Andreotti, ex Primo ministro italiano, nel film biografico Il divo.
Ed è così che si conferma nei suoi “diari segreti”, le 180 agende ritrovate sei anni dopo la sua morte, avvenuta nel 2013. Prima di allora, infatti, erano ammassati nello sgabuzzino di casa Andreotti, ma quando l’appartamento di Corso Vittorio Emanuele II è stato venduto sono stati trasferiti a casa della figlia Serena.
Solo quest’anno e in occasione del centenario della nascita del loro padre, i due figli che custodiscono le sue memorie, Stefano e Serena, hanno cominciato a sfogliarli. Si sono ritrovati di fronte a una marea di fogli, a volte legati con nastri di stoffa, a volte racchiusi in copertine di cuoio blu tutte uguali, provenienti da uno stesso negozio francese.
I diari di Andreotti raccontano il periodo del non governo, dal 1979 al 1983
I diari segreti di Giulio Andreotti raccontano avvenimenti che vanno dal 1944 al 2009, quindi fino a pochissimi anni prima della sua morte, come testimonia la grafia, sempre più illeggibile. Ma, soprattutto, raccontano anche gli anni del non governo, dal 1979 al 1983: abbiamo l’onore di leggere alcune delle pagine più importanti della storia italiana – e non solo – direttamente dalla penna di uno dei suoi più acuti osservatori e partecipanti. Basti pensare che in quegli anni si svolgevano i moti in Polonia contro il regime comunista, i rapporti tra Iran e Stati Uniti si incrinavano, in Italia avvenivano omicidi e sequestri di mafia, come quello di Carlo Alberto dalla Chiesa e Piersanti Mattarella.
Queste pagine raccontano il back-stage degli incontri di Andreotti, quelli con uomini di Chiesa, quelli con dittatori, incastrati con la vita privata
La grafia fitta e frettolosa, che riflette i pensieri dell’autore, descrive minuziosamente gli incontri programmati di giorno in giorno, con i relativi orari.
Ad esempio quello con il segretario di Stato Vaticano del ’79, Agostino Cesaroli, dopo che questi lo chiamò con urgenza. Il Vaticano aveva bisogno dell’ aiuto di Andreotti per impedire che su tutti i giornali finissero le foto di Papa Giovanni Paolo II in costume da bagno, scattate di nascosto nella residenza estiva del papa a Castelgandolfo. Infatti,pare che Andreotti fosse quasi amico di Karol Wojtyla,e che fosse stato invitato in quella stessa residenza nel giorno 6 agosto 1979 – come riporta il diario – per la colazione.
Sapeva anche della diffidenza della Russia per quel nuovo papa, testimoniata dall’ambasciatore sovietico allo stesso Andreotti: “Alcuni discorsi del papa ci preoccupano molto.”
Inoltre si racconta dei colloqui con vari dittatori, come quello rumeno Nicolae Ceausescu, quello siriano Assad, il cubano Fidel Castro e il libico Gheddafi.
Un ultimo lato emerge dai diari segreti di Giulio Andreotti, quello protettivo verso la famiglia e attento alle questioni di casa, come l’antipatia della moglie Livia per la DC, che definiva “ingrata”. Pare che Andreotti, nelle sue lettere alla famiglia, consigliasse di distruggere quelle pagine, al massimo di selezionarle attentamente nel caso di una pubblicazione, che doveva avvenire “senza recare offesa a nessuno”.
Francesca Santoro