Dialoghi del Mediterraneo, il mondo si interroga sui problemi di oggi

Roma al centro del Mediterraneo. Dal 1 dicembre fino al 3, la città eterna ospita la seconda edizione di “Med Dialogues – Beyond Turmoil, a positive agenda”, un appuntamento di portata internazionale che riunisce capi di Stato, ministri e leader di organizzazioni mondiali per affrontare le crisi del mondo attuale.
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All’ordine del giorno l’immigrazione, la sicurezza e lo sviluppo economico, temi che vengono sviscerati per cercare soluzioni condivise. Dei grandi mutamenti socio-economici che interessano la regione mediterranea si occupano rappresentanti provenienti da tutto il mondo, da Mosca come da Washington, da Baghdad come da Tunisi. I Dialoghi del Mediterraneo si apprestano ad essere infatti una importante occasione di incontro che scaturisce dalla necessità di affrontare in maniera concreta le sfide in atto. La guerra civile in Siria, teatro di scontro anche tra le due superpotenze Usa e Russia. La minaccia dello Stato Islamico che potrebbe coinvolgere ulteriori Paesi arabo-musulmani, con conseguenze imprevedibili. Le migliaia di migranti che ogni giorno sbarcano sulle coste italiane e greche, senza che l’Europa riesca a trovare una soluzione efficace per gestire questo fenomeno di proporzioni oramai bibliche. Di fronte a questi scenari si cerca “la trama di un ordine possibile” come ha auspicato il ministro Gentiloni.

Oltre che pragmatico, l’approccio della comunità internazionale si propone di essere positivo, partendo proprio dalle potenzialità, spesso inespresse, di tutta l’area mediterranea. Parole chiave come ricostruzione, inclusione, dialogo costituiscono la piattaforma culturale e operativa delle tre giornate di lavoro in cui sfilano oltre 500 leader di ben 55 Paesi. Una conferenza ricca di aspettative e di confronti. Senza la pretesa di essere esaustiva, perché i problemi sono oggettivamente tanti e di difficile risoluzione, ma con la speranza di avviare una real politik, i cui effetti potrebbero avere benefiche ricadute non solo nel bacino del Mediterraneo, ma sull’intero pianeta.

Alessandro Orofino

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