Se vi dicessimo che esiste un filo magico che un giorno potrebbe rilevare le cellule tumorali che galleggiano nel sangue, potreste pensare che si tratti di fantascienza. Beh, invece è tutto vero.
Sam Gambhir, PhD, professore e presidente di radiologia a Stanford, ha messo a punto un filo magnetico corto e sottile, che attira le cellule tumorali liberamente fluttuanti nel sangue. Ecco come funziona la tecnica, come descritto nel comunicato stampa:
“Infiliamo il filo in una vena, il quale attira nanoparticelle magnetiche speciali progettati per entrare nelle cellule tumorali. Alcune di queste cellule, una volta staccatisi dalla massa originale, potrebbero circolare nel flusso sanguigno. Con queste cellule tumorali essenzialmente magnetizzate, il filo può attirarle fuori dal flusso utilizzando la stessa forza che tiene attaccate le foto di famiglia al vostro frigorifero.”
Uno speciale…filo da pesca!
I ricercatori iniettano le nanoparticelle magnetiche; setacciano il sangue alla ricerca delle cellule tumorali e, una volta trovate, ci si attaccano. Se le cellule si troveranno nei pressi del filo, la forza magnetica le attirerà grazie alle nanoparticelle. Un articolo che descrive il processo è stato pubblicato su Nature Biomedical Engineering.
Il rilevamento del cancro ancora in stadio embrionale è uno degli obiettivi primari nella medicina odierna; prima si rileva la malattia, più facile sarà da trattare. Ma i metodi di rilevamento, in particolare attraverso il sangue (come ad esempio un semplice prelievo) non sono ancora perfetti.
Ha dichiarato Gambhir:
“Si stima che ci vorrebbero circa 80 provette di sangue per corrispondere a ciò che il filo è in grado di campionare in 20 minuti. Naturalmente non si possono rimuovere 80 provette di sangue da una persona. Quindi speriamo che questo approccio possa arricchire la nostra capacità di rilevamento e che ci dia una migliore comprensione della natura di queste cellule cancerose circolanti.”
In attesa di test umani
L’utilizzo di questo filo magnetico potrebbe non essere confinato alla sola diagnosi dei tumori. Un giorno lo si potrebbe impiegare nel rilevamento di qualsiasi malattia legata al flusso sanguigno.
Finora, il filo è stato testato solo nei suini, dato che il loro sistema circolatorio è molto simile al nostro. Il prossimo passo di Gambhir è quello di chiedere l’approvazione della Food and Drug Administration in modo che lui e la sua squadra possano testare il filo magnetico negli esseri umani.
Roberto Bovolenta