La campagna elettorale per le elezioni del Parlamento Europeo, che si terranno il mese prossimo, è entrata nel vivo. Per tale ragione, i due vicepremier Di Maio e Salvini non si stanno risparmiando: via libera a stoccate e battute.
Di Maio e Salvini litigano, e sono in molti ad essere preoccupati per una eventuale crisi di governo.
Eppure, i due leader sembrano essere semplicemente impegnati in quella che appare sempre più come una lotta per aggiudicarsi l’ultimo voto. Le elezioni del Parlamento Europeo, infatti, si avvicinano e i due vicepremier non perdono occasione per evidenziare quanto siano diversi. Dal momento che il potere rappresenta un collante fondamentale per le due forze politiche, probabilmente non è ancora il caso di preoccuparsi per la tenuta del Governo.
Ma facciamo un passo indietro e analizziamo i fatti.
Il Movimento 5 Stelle e la Lega sono partner di Governo dal 1° giugno del 2018. Pochi giorni prima, i due leader, rispettivamente Luigi Di Maio e Matteo Salvini, erano comparsi in un murale che li raffigurava intenti a scambiarsi un intenso bacio. Tale immagine ricordava il famoso bacio tra Leonid Breznev ed Eric Honecker che l’artista russo Dmitry Vrubel aveva dipinto sul Muro di Berlino. L’opera di Vrubel riportava anche la frase: “Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale”.
“L’amore mortale” tra Di Maio e Salvini è stato consacrato con una sorta di accordo prematrimoniale, il “contratto di governo”, che aveva lo scopo di combinare, dove possibile, gli obiettivi politici dei due partiti e pianificare il lavoro del nascente Esecutivo. Venne così alla luce l’autoproclamato “governo del cambiamento”.
I due vicepremier hanno superato indenni la luna di miele e, nonostante qualche battibecco, hanno guidato la politica del paese attenendosi strettamente al contratto di governo. Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, però, i problemi sembrano aumentare e per entrambe le forze politiche è necessario riaffermare la propria identità.
Di Maio e Salvini stanno infatti mostrando le differenze dei loro partiti riguardo ad una serie di problematiche. In primo luogo, riguardo al TAV, il Treno ad Alta Velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione. Per il M5S il TAV è totalmente inutile, per la Lega invece è una grande opera indispensabile al futuro dell’Italia.
In secondo luogo, riguardo al Congresso della Famiglia di Verona che si è svolto alla fine del marzo scorso. Di Maio ha definito i partecipanti a tale evento come “sfigati, fanatici e dallo stile medievale”. Salvini, invece, si è detto “orgoglioso di essere uno sfigato e un fanatico” perché concentrato sul problema demografico del paese e sulla difesa dei bambini.
Infine, il 6 aprile, Di Maio ha finalmente scoperto che la Lega si colloca politicamente all’estrema destra. Il leader grillino ha denunciato il fatto che Salvini è disposto ad allearsi con fazioni politiche negazioniste di ultradestra per le prossime elezioni del Parlamento Europeo. Alcuni esponenti di queste compagini, fortunatamente non molti, negano apertamente il fatto che la Shoah abbia mai avuto luogo.
L’obiettivo di Di Maio, probabilmente, è quello di recuperare una parte dell’elettorato di sinistra deluso dall’alleanza di governo. La replica piccata di Salvini, però, ha dato vita ad un nuovo botta e risposta. Il leader leghista ha risposto così al leader dei 5 Stelle: “Questa gente che cerca fascisti, comunisti, nazisti, marziani, venusiani… i Ministri sono pagati per lavorare. Io sono pagato per mantenere ordine pubblico e sicurezza”. La reazione di Di Maio è stata altrettanto puntuale: “Cosa penso delle parole di Salvini? Non saprei, ultimamente sento i leghisti un po’ nervosi. Scherzando mi verrebbe da dire da che pulpito viene la predica… ma la prendo con leggerezza”.
Considerando le loro attività social, è difficile dire quale dei due Ministri lavori meno, ma Di Maio, al contrario di Salvini, è alle prese con la perdita di consenso del Movimento. Secondo i sondaggi infatti, la Lega sembra aver fagocitato una parte dell’elettorato grillino. Spetta quindi ai 5 Stelle recuperare terreno. È quindi molto probabile che i due vicepremier siano impegnati nel più classico dei balletti elettorali per riaffermare un’identità che, proprio a causa del contratto di governo, stava sfumando. Ad ogni modo, difficilmente il Governo del cambiamento cadrà prima delle elezioni europee. Sicuramente non entrerà in crisi per qualche battibecco elaborato ad arte.
Matteo Taraborelli