Che sia amato oppure odiato, una cosa sola è certa: il giallo è un colore impossibile da ignorare.
Caldo, accogliente, il giallo è senza dubbio il colore che nella storia ha generato più dibattiti.
Si tratta di uno dei tre colori subito percepibili dall’occhio umano. Non si mimetizza, bensì avanza in prospettiva. Si dice che l’essere umano, discendendo dai primati, distingua per primo questo colore per intercettare i caldi frutti dal fogliame della foresta. Tutt’oggi, in barba all’evoluzione, chiunque si gira al passaggio di una soffice chioma bionda, nessuno resta impassibile di fronte a Il Bacio di Klimt o ad un bosco autunnale.
L’alba del giallo
Nel corso della storia, il giallo è stato ammirato, riprodotto e indossato sin dall’antichità, quando era associato alla luce e alla ricchezza.
Nell’antica Roma, la sposa vestiva un velo giallo chiamato flammeum, simbolo della forza per aver resistito alle passioni fino a quel giorno sacro. Gialla era poi la stanza dipinta o tappezzata in cui entravano i novelli sposi. Il colore, totalizzante nella cerimonia d’amore dei romani, riprendeva la luce del sole, le messi in Agosto e rimandava alla gioia, alla fecondità e alla prosperità. Tuttavia, per molti il flammeum era anche simbolo di rinuncia alla libertà. La matrona, ossia la donna sposata, vestiva poi di giallo, per distinguersi dalle fanciulle nubili, quasi come venisse marchiata.
Colore sacro
Sebbene non ci siano riferimenti espliciti nella Bibbia, nei riti religiosi il giallo era il colore della luce divina.
Gautama Siddharta, conosciuto come Buddha, vestiva di giallo per esprimere umiltà e rinuncia. Divenne perciò il colore dell’illuminazione, ossia di quella condizione di estasi perpetua data dal distacco dalle sofferenze e dai desideri terreni.
Colore prezioso
Nel Medioevo, il colore giallo quando viene sostituito o assimilato all’oro, esso incarna il potere del sole, in antitesi con quei secoli dominati dall’oscurità dovuta dalle giornate corte, dalla mancanza di elettricità e dalle guerre. Giallo rimanda al nutrimento del miele e la preziosità dello zafferano, usato per la cucina regale, per tingere le vesti e preparare i colori nella pittura. Gialla è la preziosissima ambra. Gialli sono i frutti e i primi fiori in primavera.
Del diavolo, dell’invidia e della morte
Nella storia dell’arte, il giallo però è stato preparato anche con degli elementi chimici e materie che hanno associato questo colore all’Aldilà.
Per la preparazione del giallo Napoli, il più famoso in arte, si utilizzava il trisolfuro di arsenico, un veleno altamente mortale a base di zolfo, mitologicamente associato al passaggio del diavolo fra gli uomini. Satana era colui il quale tentava i figli di Dio con vane promesse, colui che attizzava i più torbidi istinti fino ad indurli a peccare. Ecco perché divenne presto il colore dell’invidia, della menzogna, della lussuria.
Gialle erano le vesti delle prostitute durante la Controriforma, giallo il colore degli
eretici, della stella di David sulle giacche degli ebrei, simbolo di esclusione sociale, di stigma. Dello stesso colore era il vestito di Giuda nei dipinti, traditore per eccellenza, gialle le case dei falsari, dei bugiardi.
Un particolare tono di ocra prese il nome di camelino e veniva creato bruciando i resti delle mummie e spalmato sulle tele per creare il tipico effetto alone.
Nello sviluppo della medicina, il giallo assume il colore della malattia, inasprendo il suo rapporto con lo sguardo umano. Il riso giallo era la risata della follia, il colore giallastro quello dell’urina, della febbre malarica.
Pericolo
Il giallo tendente al verde poi, era simbolo di tossicità, di pericolo, accezione che venne mantenuta poi nel Novecento. Nella simbologia commerciale, nei cartelli stradali, nei taxi, negli scuolabus, giallo era tutto ciò che doveva attirare un’attenzione fredda.
Le penne gialle erano gli autori senza scrupolo, il giornalismo disonesto. Era anche aggettivo dato agli inesperti, termine derivante dalla falconeria, dove giallo è il becco del falco giovane, ancora incapace di cacciare.
Nel 1929, Mondadori crea la collana Gialli Mondadori, una raccolta di narrativa poliziesca che si impose nominando un genere letterario. Divenne a quel punto associato alle storie di mistero, incognita, omicidio.
La rivalsa
Dall’Ottocento in poi, nella letteratura e nella pittura il giallo ritrovò la sua funzione positiva, vitaminica, rigenerante.
Gialli erano i cieli struggenti di Turner, i limoni di Montale, i colori nei quadri di Van Gogh, di Cézanne, dei pittori impressionisti, dei Fauves.
Klimt fece esplodere il giallo nei suoi quadri come fosse il personaggio principale delle sue raffigurazioni. Così fecerò Mirò e Kandiskij, il quale compì uno studio espressivo sulle tinte e determinò la sinestesia che associava il colore al violino, entrambi squillanti e accentratori.
Ai giorni nostri, la psicologia ha determinato che giallo è quello che più di tutti influisce sul sistema respiratorio. Le sfumature pallide hanno effetti calmanti, quelle squillanti stimolano la vitalità, quelle olivastre l’umore crepuscolare associato al tramonto e all’autunno ed il color limone produce una sensazione di vitalità, freschezza e purezza.
Dal latino, color declina il verbo celare, avvolgere, coprire e nascondere. E mai come nel giallo si nascondono secoli di storie d’amore, di bellezza, odio e follia.
Nicol Zacco
Semplicemente stupendo e originale questo articolo, complimenti.
Grazie Francesca. L’autrice sarà particolarmente contenta di ricevere i tuoi complimenti.