Di Battista, Il fatto Quotidiano e il suo reportage a contratto fisso

Di Battista

C’è aria di tempesta all’interno della redazione romana de Il Fatto Quotidiano; il motivo questa volta non sono Renzi, Salvini o la Boschi, ma Alessandro Di Battista.

Proprio alla vigilia dell’imminente ritorno del “ribelle” pentastellato dal suo viaggio di studio e lavoro in giro per le Americhe, si è scatenata una guerra intestina, volta a determinare un “immediato caso di coscienza”.

Al centro della diatriba ci sarebbe il compenso dell’ex deputato del Movimento 5 stelle per il suo reportage L’Orizzonte lontano, dedicato alle culture del Centro e Sud America in onda su Loft Tv: la web tv del giornale di Marco Travaglio e Antonio Padellaro.

Il compenso offerto dal giornale a Di Battista, secondo gli stessi interessati, sarebbe molto più alto rispetto a quello dei redattori storici, dediti a lavorare dietro le quinte e a orari spesso impossibili e per i quali la gavetta è, o è stata lunga e faticosa.




Alle richieste relative all’importo, da parte del Comitato di Redazione, l’azienda ha fatto “orecchie da mercante”, forti della natura riservata dello stesso compenso.

Lo stesso Di Battista ha sempre deviato alle domande di chi gli chiedeva notizie circa il compenso avuto dal Fatto per i reportage americani: in più le recenti esternazioni di Di Battista verso la categoria dei giornalisti hanno fatto traboccare il vaso di coccio che conteneva le tensioni accumulate negli ultimi mesi.

Le indagini del comitato hanno portato a scoprire solo poche ma essenziali informazioni circa il rapporto di collaborazione tra Il Fatto Quotidiano e Alessandro Di Battista.

Si sa solo che il numero due del Movimento 5 stelle non è nella lista dei collaboratori a borderò, ossia coloro che vengono pagati in base al numero degli articoli inviati; gavetta indispensabile per ogni tirocinante e dramma quotidiani di tanti eterni collaboratori precari, sparpagliati in giro per le redazioni dello stivale.

Alessandro Di Battista invece ha ricevuto uno stipendio fisso «onnicomprensivo» per quanto riguarda sia il cartaceo sia i servizi trasmessi su Loft Tv..

Sostanzialmente si tratterebbe dunque di un contratto in piena regola a discapito, secondo Brunella Bolloli del Comitato di redazione, di tutti i collaboratori condannati a contratti di collaborazione occasionale, senza benefici, senza contributi e preda degli insulti di chi sta dall’altra parte del mondo.

 Il “collettivo” del Fatto starebbe prendendo provvedimenti seri, minacciando addirittura lo sciopero delle firme contro la permanenza di Di Battista sulle colonne del Fatto.




L’eventualità è stata per ora smentita dal Cdr, ma i malesseri nella redazione romana non riguardano solo Di Battista.

In mezzo vi è anche la questione su Fabrizio Corona che sarebbe stato ingaggiato per un progetto televisivo da mandare in onda su Loft, anche se ancora non ci sono notizie ufficiali.

Come si risolverà la vicenda, “lo scopriremo solo vivendo”, per citare Lucio Battisti. Resta comunque l’amaro in bocca per una vicenda controversa che mette nuovamente in risalto le contraddizioni fra diverse realtà che hanno raggiunto un forte livello di potere: La poca “onestà intellettuale” di chi ha fatto del grido “onestà” il suo cavallo di battaglia, fino a quando non si è trattato di scendere a patti che vanno contro la solita plebe assetata di falsa democrazia partecipativa; ma anche quella di un giornale simbolo dell’anticonformismo verso i poteri forti e che, al suo interno, opera esattamente alla stregua dei vecchi nemici dell’informazione.

In questo sistema il finanziamento pubblico è ben poca roba!

Fausto Bisantis

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