Whalesafe: boe che salvano le balene

Salviamo i capodogli dalle collisioni con le navi, in particolare il tratto di mare davanti al porto di Savona. Il progetto Whalesafe che è un progetto per la salvaguardia dei capodogli, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Life + (una partenership tra l’Università di Genova, la Costa Edutainment, la Capitaneria di Porto di Savona e la  Softeco Sismat).

 

Posizionamento boe Whalesafe
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Questo progetto molto ambizioso come ci dicono i ricercatori serve per monitorare il movimento dei capodogli e la segnalazione (in tempo reale) della loro posizione di emersione a tutte le navi che si trovano a navigare nelle vicinanze. Mauro Taiuti, ordinario di fisica nucleare all’università di Genova, ci spiega: « Si tratta di un progetto pilota della durata di tre anni per mettere in atto procedure di salvaguardia dei capodogli in presenza di attività umane». 

«L’obiettivo dei ricercatori di questo progetto, è fornire alle navi in navigazione davanti a Savona la posizione degli animali . Avvisandole per tempo possono ridurre la velocità ed  evitare collisioni con i cetacei». «Ogni ora le balene trascorrono 40/50 minuti in immersione, poi riemergono per respirare a pelo d’acqua. In quel momento il rischio di collisione è altissimo, soprattutto di notte quando non si vedono. I ricercatori hanno la possibilità di prevedere esattamente il punto in cui torneranno in superficie seguendo il loro movimento in profondità. Per muoversi i capodogli emettono dei suoni a frequenza elevata, uno al secondo,e si possono registrare con degli idrofoni.  Prevedendo il punto di emersione si potrà creare una sorta di zona protetta che verrà comunicata alle navi in transito in quell’area di mare». 

 

Sarà la Capitaneria di Porto ad avvisare le navi del pericolo imminente, con l’aiuto della Softeco, si andrà a produrre un’ app per cellulare che permette di riprodurre su una cartina la zona a rischio. Per monitorare i movimenti delle balene, sono state create due boe (madre e figlia), ancorate a 400 mt di profondità con un’ operatività di 10 km al largo di Bergeggi che permettono di rilevare suoni a 80 mt di profondità.

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