Desaparecidos. Non è un libro, non è un film.
Uomini, donne, bambini. Mille volti ritagliati da fotografie, fogli di giornale, vecchi quaderni, tessere ingiallite.
Sembra di essere in una puntata di una serie tv poliziesca, stiamo dando la caccia ad un assassino, ricercando un disperso, prima che il mondo vada in fumo, in una grande esplosione. Un’infinita corsa contro il tempo.
Ma l’immagine che si staglia davanti ai nostri occhi è vera, reale, viva. Si tratta dei desaparecidos di tutto il mondo, nient’altro che la moltitudine di persone scomparse, svanite nel nulla, eliminate dalla faccia della terra; per ragioni sociali, politiche, o molto più semplicemente perchè sospettate di essere autori di azioni antigovernative dalle polizie, regimi militari, dittatoriali… Ovviamente corrotti. Basta poco, un colpo di scopa, una parola fuori posto, un’azione sbagliata. E’ sufficiente capitare per caso nel posto sbagliato nel momento sbagliato…
E improvvisamente tu non esisti più. Cancellato. Pulito. Eliminato. Della tua persona,della tua anima, della tua identità, non resta altro che una fotografia, che nel tempo ingiallirà, i bordi si arricceranno, la speranza si spegnerà… E nulla esisterà più.
La giornata mondiale dei Desaparecidos è stata istituita il 21 Dicembre del 2010, ma non è solo una semplice commemorazione, una giornata come tante altre, una tacca in più da aggiungere al calendario, ma un invito a conoscere e riflettere su un fenomeno preoccupante dalle dimensioni quanto mai eclatanti.
Il numero reale delle persone scomparse è praticamente impossibile da definire. Sarebbe un dato approssimato ed incerto, che certamente sale ogni minuto che passa. Secondo una rapporto dell’ultimo anno stilato da Amnesty International sarebbero più di 14mila gli scomparsi solo nel territorio dei Balcani.
A questo punto, mi sembra doveroso ricordare che tutti gli esseri umani, indipendentemente dal sesso, dalla nazionalità e dalla religione, hanno il diritto di sapere una verità. La loro verità.
Se non è facile giungere ad un numero definitivo di Desaparecidos, che sono come i granelli di sabbia racchiusi in una clessidra capovolta, dalla discesa inarrestabile e incontrollata, è semplice dedurre quanti sono i migranti irregolari che ogni giorno intraprendono un viaggio della speranza, armati di coraggio e disperazione, che oltrepassano le frontiere non solo dell’Italia, Grecia, ma anche in Guatemala, in Messico.
E’ una realtà che pulsa come un cuore vivo nelle viscere del nostro pianeta.
Esistono quei Paesi di transito, quelle terre di mezzo, dove i migranti vengono sequestrati, al fine di estorcere denaro alle loro famiglie. Molti spariscono senza lasciare traccia. Sono le vittime del traffico e della tratta degli esseri umani. Credevamo fosse un fenomeno superato, scomparso, dimenticato? Difficile debellare il male dalla radice. Resta arginato in un angolo della coscienza, come una macchia indelebile che non andrà mai via.
Celebriamo oggi questa giornata perchè la sparizione forzata è un crimine contro l’umanità, che ancora troppo spesso, in tantissimi Paesi del mondo, viene ignorato e resta impunito.Stiamo parlando di una violazione multipla dei diritti umani.
Algeria, Marocco, Cecenia, Pakistan, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Messico…
Sono solo alcuni dei tanti luoghi dove molte madri disperate trascorrono giorni, mesi, anni, a bussare alla porta delle autorità per ottenere una risposta.
Succede, alcune volte, che i Desaparecidos fanno ritorno a casa, da un giorno all’altro, ma molto spesso l’orrore delle sparizioni forzate è da associare alla conferma del ritrovamento di un cadavere, atteso con una certa espressione di sollievo nel volto; una morte presuppone la fine di un’agonia.
_In Libia sono davvero tante le persone che ogni giorno restano in attesa di conoscere il destino dei loro parenti scomparsi. Centinaia le famiglie in cerca di informazioni sulla sorte dei loro cari.
_In Nepal si cercano ancora persone scomparse una decina di anni fa, Amnesty International continua a lanciare appelli alle autorità del Paese, chiedendo che le indagini vengano svolte seriamente.
Ci sono voluti decenni per approvare la Convenzione delle Nazioni Unite per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate.
Ci sono voluti decenni per approvarla e quattro per farla entrare in vigore. Ma se siamo riusciti in questo intento è perchè non possiamo continuare ad ignorare le violazioni dei diritti umani nel mondo. L’intera Europa, ormai, è chiusa in un atteggiamento egoistico di difesa e rifiuto.Disinteressarsi completamente dei desaparecidos come fenomeno globale non è di certo la soluzione. Il dramma è reale, e vivo. Solo in America Latina il numero delle persone scomparse è in costante crescita, tra di loro ci sono molti migranti, e il più delle volte non viene neanche denunciata la scomparsa da parte delle famiglie.
“Tale trattato obbliga gli stati ad introdurre il reato di sparizione forzata della legislazione nazionale, a proteggere i testimoni e a perseguire sul piano penale ogni persona coinvolta. Riconosce il diritto delle famiglie di conoscere la verità e di ottenere riparazioni al danno subito; chiede agli stati di prevenire le sparizioni forzate mediante rigorose garanzie a tutela delle persone private della libertà, di svolgere ricerche sugli scomparsi e, qualora risultino deceduti, di individuarne i resti e restituirli alle famiglie. Chiede, infine, agli Stati di avviare procedimenti penali nei confronti di presunti autori di sparizioni forzate nel proprio territorio, a prescindere da dove il crimine sia stato commesso, oppure di estradarli verso un altro Stato, o di consegnarli a un tribunale penale istituzionale”.
Provo vergogna ogni volta che realizzo che sono ancora 112, al mondo, i Paesi che hanno torturato i loro cittadini, sono ancora 50 quei paesi che si sono resi responsabili di sparizioni forzate ed uccisioni, anche in tempo di pace.
E’ un cammino continuo verso il rispetto dei diritti umani, perchè ogni persona ha diritto di vivere, e nessuna vita è meno importante di un’altra.
Desaparecidos. Non è un libro, non è un film.
Sono uomini, donne, bambini, mille volti ritagliati da fotografie, fogli di giornale, vecchi quaderni, tessere ingiallite. Si tratta dei desaparecidos di tutto il mondo, nient’altro che la moltitudine di persone scomparse, svanite nel nulla, eliminate dalla faccia della terra.
Elisa Bellino