Ron DeSantis, attuale governatore della Florida, ufficializza la sua candidatura per la corsa alla Casa Bianca in uno space su Twitter. Anche Elon Musk, attuale proprietario della piattaforma social, prende parte alla conversazione.
Con più di 300mila persone in ascolto, il governatore della Florida affronta un dibattito sui temi principali che andranno a caratterizzare la sua campagna elettorale.
Viene ostacolato, però, da alcuni malfunzionamenti del social network che hanno creato ritardi e continue interruzioni che sono diventati fin da subito il soggetto principale delle prime controbattute degli altri candidati politici. Biden lo deride e Trump accusa il nuovo rivale di plagio. Scopriamo il perché.
Chi è Ron DeSantis, l’attuale governatore della Florida
Ron DeSantis nasce a Jacksonville nel 1978, ma le sue origini sono italoamericane in quanto i suoi bisnonni materni, originari dell’Abruzzo, si trasferirono negli Stati Uniti durante la grande emigrazione. Cresce a Dunein, una cittadina situata in Florida nella Contea di Pinellas e dopo aver conseguito il diploma nel 1997, si laurea in storia a Yale nel 2001 e in legge alla Harvard Law School nel 2005.
Nel 2004 si arruola nella Marina degli Stati Uniti ed entra a far parte dei JAG che lo portano a lavorare sia in Iraq sia a Guantánamo. Tornato alla vita civile, scende in politica entrando a far parte del partito repubblicano e nel 2012 viene eletto deputato alla Camera dei Rappresentanti del Congresso. Diventa governatore della Florida nel 2018 ottenendo il 49,6% dei voti e viene riconfermato anche nel 2022 con un distacco del 19,4% sul candidato democratico Charlie Crist.
La linea politica seguita da DeSantis
“La mia missione era in gran parte quella di fermare Barack Obama” dichiara in un’intervista rilasciata alla Bbc, riferendosi agli anni del suo primo mandato come governatore.
Si unisce al Tea Party, una formazione di estrema destra, e da ciò si può dedurre facilmente la sua ideologia politica, incentrata soprattutto sui valori prettamente conservatori e di conseguenza basata sulla lotta contro gli ideali progressisti e contro i diritti civili.
Le scelte politiche attuate da DeSantis negli ultimi anni confermano questa sua linea di pensiero. Infatti, basta analizzare le decisioni prese in merito alla pandemia di Covid-19 e all’irresponsabilità nel non applicare le precauzioni sanitarie necessarie, come dimostrato dalla decisione di tenere aperte le scuole in pieno 2020; oppure rispetto alla scelta che riguarda l’ampliamento del ricorso alla pena di morte e all’incremento dell’accesso alle armi da fuoco. A queste si aggiunge l’emanazione di una legge che vieta alle donne transgender di partecipare alle competizioni sportive che va di pari passo con un altro provvedimento conosciuto con il nome di “Don’t say gay” (non dire gay) con il quale si vieta di affrontare la tematica dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale in tutte le scuole.
DeSantis ufficializza la sua candidatura per la corsa alla Casa Bianca su Twitter Spaces
DeSantis ufficializza la sua candidatura per la corsa alla Casa Bianca la sera del 24 maggio in maniera del tutto insolita. Il governatore della Florida non ha scelto i soliti mezzi di comunicazione per rendere nota l’ufficialità della sua decisione, ma ha voluto stravolgere le abituali procedure scegliendo di annunciare la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti attraverso Twitter, utilizzando la piattaforma audio Twitter Space.
Fin da subito, però, il social network ha riscontrato ripetuti problemi tecnici che inizialmente sono stati risolti, ma poi si sono ripresentati continuamente durante la conversazione che stava avvenendo tra il governatore della Florida ed Elon Musk.
Dopo aver dato l’annuncio della sua candidatura, DeSantis, interpellando alcuni dei suoi alleati, ha acceso un dibattito dove sono state affrontate alcune delle tematiche centrali della sua campagna elettorale, come l’istruzione e l’immigrazione.
La scelta di utilizzare Twitter deriva da due motivi chiave, che da un certo punto di vista la rendono una mossa astuta: il primo, è quello di sfruttare il profilo del proprietario del social che conta più di 140 milioni di followers; il secondo, invece, è quello di sviare i soliti mezzi di comunicazione che ostacolano e interferiscono sulla comunicazione diretta al pubblico, una libertà che Twitter garantisce senza l’inclusione di intermediari e censura da parte di terzi.
Il cambio di rotta di Elon Musk
Elon Musk, nonostante abbia pubblicamente dichiarato di aver votato per il candidato democratico alle ultime presidenziali del 2020, si dice pentito di tale scelta e oggi vede il suo voto orientato verso una scelta repubblicana.
Grazie a questo cambio di rotta da parte del proprietario di Twitter, DeSantis ha avuto la possibilità di usufruire di tale vantaggio mediatico, perché è vero che Trump ha un nuovo rivale all’interno del partito repubblicano, ma le proiezioni attuali vedono il governatore della Florida in forte svantaggio rispetto all’ex presidente.
DeSantis viene deriso dai suoi rivali politici: Trump lo accusa di plagio
Non si è fatta attendere la risposta dei rivali politici che non hanno perso tempo e hanno iniziato a reclamare e schernire fin da subito il malfunzionamento della piattaforma scelta da DeSantis per ufficializzare la sua candidatura per la corsa alla Casa Bianca.
Biden risponde twittando la frase “Questo link non funziona” con un collegamento diretto alla pagina che gestisce le donazioni per la campagna elettorale dell’attuale presidente. Invece Trump, attraverso il suo social “Truth” ha creato l’hashtag #DeSaster (letteralmente – disastro-) che è subito diventato virale su Twitter raggiungendo la quinta posizione nei Trending Topics di Twitter negli USA.
Il governatore della Florida non ha mai nominato il rivale del partito repubblicano, ma non sono mancate di certo delle frecciatine e delle allusioni ben indirizzate. A tal proposito, l’ex presidente degli Stati Uniti non ha esitato ad accusare il rivale di plagio per una frase citata in un video pubblicato da DeSantis dove auspica un “Great American Comeback” (grande ritorno americano) e che Trump sostiene che sia una frase ripresa da un suo discorso del 2020.
Andrea Montini