“Anassimene di Mileto aveva introdotto nel pensiero greco la teoria dei quattro elementi fondamentali (aria, acqua, fuoco e terra) che costituiscono la realtà. Un secolo più tardi Empedocle diede corpo a questa teoria, sostenendo che la realtà che ci circonda, caratterizzata dalla mutevolezza, è composta da elementi immutabili, da lui nominati “radici”. Ogni radice possiede una coppia di attributi: il fuoco è caldo e secco; l’acqua fredda e umida; la terra fredda e secca; l’aria calda e umida” (fonte: wikipedia)
Ippocrate, prendendo spunto da essa, elaborò la “teoria umorale” sostenendo che anche nel microcosmo umano esistessero quattro elementi, gli “umori”, ovvero la flemma, il sangue, la bile gialla e la bile nera. Una quantità eccessiva di quest’ultima avrebbe provocato lo scatenarsi della depressione, all’epoca chiamata melanconia.
Una malattia, dunque, già ben conosciuta sin dall’antichità ed il cui impatto sociale, in certi casi, assumeva anche una connotazione per così dire “romantica”, se consideriamo la teoria secondo la quale Aristotele sosteneva esistesse un legame tra genialità e malinconia, affermando che la prima fosse fortemente condizionata dalla seconda.
“La depressione è vivere, in un corpo che combatte per sopravvivere, con una mente che cerca di morire”.
(Anonimo)
Ad ogni modo, la depressione, nei diversi modi di concepirla, interpretarla e curarla, ha confermato, nel corso dei secoli, i suoi tratti patologici, molte volte causa di conseguenze drammatiche per chi ne è affetto.
“La depressione è il novembre dell’anima, il dicembre del desiderio”.
Philippe Labro
Gli enormi progressi fatti dalla tecnologia e dalla ricerca hanno permesso che la medicina sperimentasse nuove metodologie in grado di apportare idee e soluzioni concrete al tema.
Tra le tante, è di questi giorni la notizia secondo cui Google metterà a disposizione degli utenti un questionario capace di “verificare se si è clinicamente depressi”.
A dirimere lo scetticismo che tale iniziativa potrebbe far insorgere, pensando possa rientrare tra i “soliti” test che il web offre, c’è da evidenziarne la validità scientifica avallata dal fatto che lo stesso è stato realizzato in collaborazione con i medici della “National Alliance of Mental Illness”, la più grande organizzazione dedicata alla salute mentale degli Americani.
“La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti”.
Indro Montanelli
L’iniziativa, come specificato da Google, non è finalizzata a sostituirsi ai professionisti del settore, bensì ad offrire agli utenti uno strumento in grado di realizzare un primo “screening” che li metta nella condizione di valutare se il loro stato possa essere considerato a “rischio” depressione.
PHQ-9, questo è il nome del questionario, attualmente solo disponibile negli Stati Uniti, che si compone di nove domande e che apparirà tra i primi risultati che Google offrirà all’utente al momento di effettuare una ricerca relazionata con la parola depressione.
“Prima di diagnosticarti depressione o bassa autostima assicurati di non essere semplicemente circondato da str*nzi.” William Gibson
La validità del test, che presto potrebbe arrivare anche in altre lingue, tra cui la nostra, offrirebbe altresì il vantaggio di anticipare i tempi rispetto ai quali, al momento, si scopre essere affetti dalla malattia. Maggior consapevolezza, questo potrebbe quindi essere il messaggio intrinseco al test, considerando che spesso la depressione inizia ad essere curata a distanza di anni dal momento in cui si manifesta.
Se però, come sosteneva Aristotele, la depressione porta con sé i germi propri della genialità, ci auguriamo che il nuovo test introdotto da Google contribuisca a cancellarne i soli effetti negativi mantenendo inalterati quelli positivi.
Non sia mai che il progresso della ricerca cancelli la creatività…
Turi Ambrogio