Depressione, uno sguardo globale
La depressione è una delle condizioni di salute più comuni al mondo, quindi comprenderla ha conseguenze importanti per un gran numero di persone. Si stima che tra il 2% e il 6% delle persone sulla terra abbiano sofferto di depressione nell’ultimo anno.
Molto probabilmente la percentuale è più alta, ma verificare se una persona ha avuto o meno episodi depressivi è molto difficile. Le persone con depressione sperimentano sintomi diversi, con diversi livelli di gravità, in momenti diversi della loro vita, con episodi che durano diversi periodi di tempo. Inoltre non è una condizione costante: le persone tendono a entrare e uscire più volte dagli stati depressivi. Di conseguenza non è facile stabilire chi e quando ha sperimentato tale disturbo.
Senza contare il fatto che oggi ci sono molti più fattori che possono indurre alla depressione.
La situazione in Italia
Nella penisola è il disturbo mentale più diffuso: si stima che superino i 2,8 milioni coloro che ne hanno sofferto nel corso del 2015 e siano 1,3 milioni (2,5%) coloro che hanno presentato i sintomi della depressione maggiore nelle due settimane precedenti l’intervista effettuata dall’ISTAT.(dati ISTAT 2015-18).
La depressione è spesso associata con l’ansia cronica grave. Si stima che il 7% della popolazione oltre i 14 anni (3,7 milioni di persone) abbia sofferto nell’anno di disturbi ansioso-depressivi,
Questi problemi si associano a condizioni di svantaggio sociale ed economico: il numero di chi soffre di disturbi depressivi, rispetto ai coetanei più istruiti, raddoppia negli adulti con basso livello di istruzione e triplica (16,6% rispetto a 6,3%) tra gli anziani.
Oggi la depressione si riconosce prima che in passato
Ne vediamo chiare prove nei dati del grafico. Queste considerazioni provengono da uno studio condotto in Danimarca, che ha esaminato l’età in cui alle persone sono stati diagnosticati per la prima volta disturbi mentali (lo studio è stato pubblicato sul sito Our World in Data).
Nel 1996 l’età della prima diagnosi variava ampiamente. I giovani, le persone di mezza età e gli anziani avevano tutti una probabilità simile di essere riconosciuti per la prima volta come depressi.
Nel 2016, invece, alla maggior parte delle persone questo disturbo è stato diagnosticato in un’età molto più giovane. Oggi quindi i cittadini hanno molte più probabilità di essere riconosciuti come “depressi” quando sono giovani adulti che più tardi nella loro vita. Ma perché?
Ci sono diverse ragioni:
Innanzitutto le persone sono diventate più disposte a farsi curare per condizioni di salute mentale. Inoltre ci sono più linee guida su come diagnosticare le condizioni nei bambini e negli adolescenti rispetto al passato. In Danimarca (dove si è svolta la ricerca), i bambini e gli adolescenti hanno maggiori probabilità di essere visitati da professionisti. Molti di loro sono sottoposti a screening per le condizioni di salute mentale, soprattutto nelle scuole dove si fanno controlli regolari per i sintomi psichiatrici.
Ciò significa che è più probabile che si riconosca la depressione quando compare per la prima volta. In passato, il disturbo è stato riconosciuto quando i soggetti stavano effettivamente avendo il loro secondo o terzo episodio depressivo, anziché il primo.
La nostra comprensione dell’età di insorgenza dei disturbi di salute mentale(ovvero l’età in cui si soffre per la prima volta di depressione) è fondamentale. Perché lo screening e il trattamento della salute mentale sono spesso guidati dall’età del soggetto e sono limitati per i giovani in alcuni paesi.
Riconoscendo che la depressione può manifestarsi all’inizio della vita, avremo una maggiore capacità di aiutare coloro che ne hanno bisogno.