E’ stata assolta dal Gup di Torino la quarantanovenne Silvia Rossetto per il delitto del compagno Giuseppe Marcon, avvenuto il 2 settembre del 2018 nel Torinese.
La donna ha raccontato agli inquirenti di essersi difesa da un’aggressione avvenuta dopo una lite con il compagno e di averlo colpito al torace con un coltello. Nei confronti della Rossetto è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio per il reato di omicidio volontario a danno del convivente Marcon Giuseppe.
In seguito l’imputata ha chiesto il giudizio abbreviato condizionato a perizia psichiatrica e l’ascolto dei propri consulenti tecnici di parte.
La vicenda
Il 2 settembre del 2018, alle ore 18 e 40 circa, i carabinieri di Nichelino raggiungono l’abitazione dei due coniugi a seguito di una chiamata al 112 effettuata dalla madre dell’imputata, la signora Graziella:
Mia figlia mi ha telefonato ora …il convivente con cui convive da 11 anni la sta picchiando….va e vede che è ubriaco, perché tutti i giorni è ubriaco e per niente la picchia, le combina di tutto. Questa figlia tenetela li in caserma che andiamo a prendercela…
Silvia Rossetto, trovata in stato di shock nell’appartamento, ha raccontato ai militari del litigio avvenuto qualche istante prima con Giuseppe (65 anni).
Secondo la ricostruzione dei fatti il compagno ha preso dal cassetto della cucina un coltello e lo ha puntato alla gola della donna:
A quel punto dallo stesso cassetto ancora aperto afferravo un coltello a caso con la mano destra….
Così Silvia dichiara di averlo colpito al petto, ma di essersi resa conto del gesto brutale soltanto dopo aver sentito Marcon chiederle aiuto.
La consulenza autoptica ha constatato il decesso di Giuseppe Marcon per ferita da punta e da taglio inferta da un unico colpo,inoltre dagli esami tossicologici si è potuto rilevare il tasso alcolemico dell’uomo pari a 1.3 grammi/litro.
A seguito degli accertamenti riguardanti gli aspetti personologici della Rossetto e le dinamiche relazionali con il compagno Marcon, si è potuto delineare un profilo caratterizzato da due persone con importanti problemi psichiatrici alle spalle
La sentenza disegna un quadro complessivo della vicenda ed evidenzia come l’imputata abbia subito in passato diverse aggressioni fisiche da parte dell’uomo, senza mai arrivare a denunciarlo.
Nonostante la richiesta da parte della Procura di una condanna a 9 anni di reclusione, l’imputata, difesa dall’avvocato Sergio Bersano, è stata assolta dal Gup Stefano Vitelli.
L’avvocato Bersano commenta così l’assoluzione della sua cliente:
Una sentenza esemplare, grazie soprattutto all’apporto dei nostri consulenti tecnici in particolare il Dottor Roberto Gianni, il Medico legale Luca Vallega ed il Criminologo Nicola Caprioli che è stato determinante – e aggiunge- ci fossero più giudici come Stefano Vitelli, vivremmo in uno Stato più civile
Oggi la donna che ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa è stata trasferita in una casa di cura.
Silvia Morreale