Delfini senza denti per nuotare con i turisti. Il business contro natura

fonte immagine: http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2014/02/04/news/la_vera_tragedia_di_taiji_il_nostro_modo_di_rapportarci_con_gli_animali-1995922/?refresh_ce

Nuotare con i delfini è sicuramente affascinante ed è un’esperienza su cui probabilmente abbiamo fantasticato almeno una volta nella vita. Oggi è possibile vivere quest’esperienza, ma a quale prezzo? Il caso scoppia a Bali, in Indonesia dove, secondo quanto riportato dall’associazione non profitWorld Animal Protection“, sono molti gli animali selvatici che subiscono maltrattamenti per permettere ai turisti di scattare foto memorabili. Un business, quello legato alle specie esotiche, che spesso scavalca la dignità animale in nome del profitto.



Il business degli “animali da cartolina”

La World Animal Protection è un’associazione britannica, attiva da più di 50 anni sul fronte della protezione animali. Nel 2014, l’organizzazione assume il nome attuale che sostituisce il precedente ” World Federation for the Protection of  Animals”. 

Il rapporto pubblicato il 22 maggio analizza la situazione di 26 strutture turistiche nelle isole indonesiane di BaliLombok e Gili Trawangan che ospitano 1.500 animali selvatici. 

A destare particolare scalpore è la condizione dei delfini. Infatti i tursiopi, non solo vengono detenuti in vasche troppo piccole per loro, ma subiscono anche mutilazioni ai denti.

Nello specifico, i denti dei delfini vengono scheggiati, levigati o addirittura rimossi. Lo scopo è quello di impedire che gli animali possano eventualmente mordere i turisti che si immergono con loro. Il rapporto solleva un’ulteriore questione di ordine morale collegata all’intelligenza di questi animali che soffrirebbero ancora di più in condizione di cattività a causa della loro maggiore consapevolezza. 

Inoltre viene evidenziato anche un rischio più globale di carattere sanitario. Infatti, animali detenuti in pessime condizioni possono sviluppare malattie che, in alcuni casi, possono essere trasmesse agli uomini.

In ogni caso, a subire maltrattamenti sono anche oranghi ed elefanti sottoposti ad allenamenti dolorosissimi e traumatizzanti affinché risultino mansueti con i visitatori.

Di fronte a questi dati sorge spontanea una domanda: E’ davvero necessario trasformare gli animali in attrazioni per incrementare il turismo?

In un’epoca in cui i problemi ambientali si fanno sempre più pressanti, si dovrebbe riuscire a godere del fascino delle località esotiche senza compromettere la dignità delle specie che le abitano.

Gessica Liberti

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