Delegazione ucraina a Seoul per discutere i rapporti tra Russia e Corea del Nord
Mercoledì 27 novembre, una delegazione ucraina guidata dal ministro della Difesa Rustem Umjerov ha incontrato il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol per discutere la crescente cooperazione tra Russia e Corea del Nord, dopo la conferma ufficiale del dispiegamento di almeno 12.000 soldati inviati dal regime di Pyongyang in Ucraina. I regimi di Putin e Kim Jong-un hanno siglato a giugno una partnership strategica che ha di fatto portato al coinvolgimento diretto della Corea del Nord nella guerra.
Nel corso dell’incontro, Umerov e Yoon hanno sottolineato l’importanza di sostenere sforzi congiunti tra i due Paesi per fronteggiare le minacce comuni provenienti dalla collaborazione tra Mosca e Pyongyang. Secondo il comunicato rilasciato dall’ufficio stampa del presidente della Corea del Sud, Kyiv e Seoul hanno concordato sulla necessità di continuare “a condividere informazioni sullo schieramento dei soldati nordcoreani in Russia e il trasferimento di armi e tecnologie”. Le due parti hanno inoltre ribadito il proprio impegno a collaborare con gli alleati occidentali.
La delegazione ucraina ha ringraziato il presidente del Paese per la solidarietà mostrata fino a questo momento e per il supporto fornito. Umjerov ha rimarcato la volontà di Kyiv di espandere la collaborazione con la NATO e i paesi dell’Unione europea nel campo della difesa, esprimendo inoltre ottimismo per una maggiore cooperazione con il governo sudcoreano.
I rappresentati di Ucraina e Corea del Sud hanno infine discusso i rapporti con gli Stati Uniti, che si sono fatti più incerti, specialmente per Kyiv, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Il candidato Repubblicano, che si insedierà alla Casa Bianca a gennaio 2025, ha minacciato più volte di voler ridurre il supporto all’Ucraina. Al riguardo, Umerov e Yoon hanno affermato l’importanza di continuare a cooperare con Washington, tanto con l’attuale amministrazione di Biden che con quella futura di Trump.
Il ministro della Difesa Umjerov, nel corso della stessa giornata, ha incontrato anche l’omologo sudcoreano Kim Yong-hyum e il consigliere per la sicurezza nazionale Shin Wok-sik. A dispetto delle speculazioni circolate nei giorni precedenti all’arrivo della delegazione ucraina a Seoul, l’accordo sull’invio di armi a Kyiv non è arrivato.
La visita di Umjerov in Corea del Sud ha fatto seguito all’incontro tra il ministro degli Esteri ucraino Andrij Sybiha e la controparte sudcoreana Cho Tea-yul, avvenuto il giorno precedente. Secondo le fonti, un accordo per approfondire la cooperazione in molti campi è stato raggiunto. “Alla luce delle sfide securitarie comuni poste dai crescenti rapporti tra Russia e Corea del Nord, abbiamo discusso di una maggiore cooperazione in molte aree. La sicurezza in Europa e in Asia orientale è strettamente interconnessa”, ha affermato Sybiha.
La questione dell’invio di armi a Kyiv
Nella mattinata di mercoledì 27 novembre, il South China Morning Post aveva sostenuto la possibilità che la delegazione ucraina avrebbe richiesto alla Corea del Sud la consegna di armi da impiegare nel conflitto con la Russia. Tuttavia, non sembra che alcun accordo sia stato trovato, e non è neanche chiaro se la questione sia stata ufficialmente discussa tra le parti.
L’ucraina ha spesso fatto riferimento alla necessità di sistemi di difesa avanzati per contrastare l’esercito russo, con il presidente ucraino Zelensky che ha ripetutamente affermato l’importanza soprattutto di missili antiaerei e artiglieria. La consegna di armi e materiale bellico all’Ucraina è, però, una questione delicata in Corea del Sud, dovuta soprattutto alla lunga politica del Paese di non inviare armi in zone di conflitto attivo.
Fino ad oggi, il supporto del governo sudcoreano si è limitato all’invio di materiale non letale, come macchinari per lo sminamento, giubbotti antiproiettili, maschere antigas e razioni di cibo. Il dispiegamento delle truppe nordcoreane, schierate principalmente nella regione russa di Kursk, in parte occupata dalle forze ucraine dall’estate scorsa, ha fatto vacillare la posizione dell’amministrazione di Seoul, la quale non ha escluso la possibilità di aumentare la qualità del supporto a Kyiv.
Il Cremlino ha avvertito la Corea del Sud che il trasferimento di armi all’Ucraina “distruggerebbe completamente” i rapporti bilaterali con Mosca. Durante l’incontro con Umjerov, il presidente Yoon ha però ribadito la sua posizione, dichiarando che il supporto di Seoul a Kyiv dipenderà dal livello di coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra. “Questo significa che non escludiamo la possibilità di fornire armi”, ha confermato il presidente sudcoreano.
L’invio di armi a Kyiv in futuro, tuttavia, non è da ritenere scontato. La posizione di Yoon sul fronte politico interno è infatti al momento delicata. A seguito di alcuni scandali domestici, la sua amministrazione è stata fortemente criticata e l’approvazione del suo operato è ai minimi storici. Oltre a questo, secondo gli ultimi sondaggi, ben l’82% della popolazione sudcoreana è contraria all’invio delle armi, e uno suo via libera significherebbe perdere ulteriormente consensi.
Ciò che preoccupa il governo di Yoon, inoltre, sono i rapporti con la futura amministrazione americana. Qualora Trump dovesse tentare un approccio diplomatico nei confronti di Kyiv per convincerla a sedersi al tavolo delle trattative con la Russia, ciò potrebbe far ritornare Seoul sui propri passi. A tal proposito, la Corea del Sud ha dichiarato di monitorare attentamente la situazione negli Stati Uniti per poter adeguare la propria strategia per la guerra a quella di Washington.