Sanità, il decreto per il taglio alle liste d’attesa tra privatizzazioni e poca chiarezza

Governo meloni: decreto sul taglio alle liste d'attesa

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto legge volto al taglio alle liste d’attesa nel settore sanitario, suscitando immediate reazioni e polemiche. L’annuncio, fatto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni attraverso un video sui social media, ha evidenziato l’impegno del governo nell’affrontare due problemi cronici: la lunghezza delle liste d’attesa e la carenza di personale medico, due grandi problemi della sanità pubblica in Italia e certamente non facilitati dalla continua privatizzazione. Nonostante l’apparente positività dell’iniziativa, l’opposizione e le regioni hanno espresso forti critiche, accusando il governo di aver presentato un provvedimento privo di risorse adeguate e fortemente concentrato su maggiore privatizzazione. In questo contesto di tensione politica e sociale, il decreto si presenta come un banco di prova per l’efficacia delle politiche sanitarie del governo a pochi giorni dalle elezioni.

Annuncio della Premier Meloni sui social

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato tramite un video sui social network l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge sul taglio alle liste d’attesa nel settore sanitario. Durante l’annuncio, accompagnato dal simbolo delle “cose fatte” evidenziato in verde, Meloni ha sottolineato che il governo ha mantenuto la promessa di affrontare due problemi storici: la riduzione delle liste d’attesa e la carenza cronica di medici e personale sanitario.

Questo è l’incipit del suo discorso e la pubblicizzazione del taglio alle liste d’attesa, una necessità sempre più emergente in Italia che però verrà posticipata solamente dopo le elezioni europee. Oggi, il decreto legge sul taglio alle liste d’attesa passerà in Consiglio dei Ministri e, nel testo, è prevista la creazione di una Piattaforma dei monitoraggi, che si estende a livello nazionale, un’implementazione delle visite mediche durante la settimana, e infine un’ispezione sul corretto funzionamento del cup per le prestazioni pubbliche e private convenzionate.

Nonostante questa approvazione sia stata pubblicizzata con tanta soddisfazione, ancora non si è certi se il decreto legge sul taglio alle liste d’attesa vedrà mai davvero la luce e sarà mai applicato. Tanti sono ancora i dubbi, sopratutto riguardo ad un’eventuale implementazione delle prestazioni sanitarie per i bisogni dei cittadini. 

Critiche dall’opposizione e le reazioni delle regioni

L’opposizione, guidata dal Partito Democratico, ha subito criticato il decreto sul taglio alle liste d’attesa. La segretaria del partito democratico, Elly Schlein, ha attaccato il provvedimento definendolo una “presa in giro” a pochi giorni dalle elezioni. Schlein ha sottolineato che il decreto non introduce nuove risorse finanziarie e facilita il settore privato invece di potenziare il sistema sanitario pubblico. Anche l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, ha espresso scetticismo, definendo il decreto pura propaganda elettorale.

Le regioni, che dovranno applicare la maggior parte delle misure, hanno espresso insoddisfazione per l’assenza di concertazione. Anche per quanto riguarda le voci regionali, la grande critica è proprio contro uno spazio sempre più ampio che il Governo concede ai privati; inoltre, si denuncia una mancata copertura finanziaria. Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute per la Conferenza delle Regioni, ha descritto il decreto come “astratto e privo di coperture finanziarie”. Anche i governatori delle regioni hanno stigmatizzato il provvedimento, definendolo un “intervento di facciata senza risorse”. 



La preoccupazione, dal punto di vista delle Regioni, è proprio quella di essere limitati del proprio potere di autonomia rispetto allo Stato centrale. La denuncia si rivolge infatti al “mancato coinvolgimento delle Regioni stesse”, come ha affermato Donini. Infine, la più grande preoccupazione è riguardo la sempre più veloce privatizzazione della sanità: questo decreto favorisce i liberi professionisti, ma non si occupa di un indispensabile sostegno da destinare alle risorse pubbliche.

Misure e articoli del decreto per il taglio alle liste d’attesa

Il decreto, composto da sette articoli, include misure come la creazione di una piattaforma nazionale per i dati sanitari e un CUP unico regionale che comprenda anche le prestazioni dei privati accreditati. Inoltre, introduce un organismo di controllo per garantire tempi certi tramite ricorso all’intramoenia o al privato e prevede l’abolizione del tetto di spesa per il personale a partire dal 2025. Queste misure sono state criticate per la mancanza di coperture finanziarie e per essere state redatte senza consultare adeguatamente le regioni e le associazioni di settore.

Il decreto legge si compone di sette articoli. Il primo si rivolge alla creazione della piattaforma su cui si potranno visualizzare le liste d’attesa; il secondo punta ad implementare il potere del ministero sulle liste stesse. Un testo un pò più specifico è quello all’articolo 3 che spiega in maniera chiara e precisa come funziona il sistema di prenotazione e il rapporto con il CUP. 

L’articolo 4 specifica che le visite mediche potranno essere condotte anche nei giorni del sabato e della domenica ma non è specificato chi dovrà lavorare e sopratutto quanti incentivi economici saranno investiti per i medici. L’articolo 5 specifica il tetto di spesa per il personale grazie al fondo sanitario, che le Regioni hanno a disposizione, ma che dal 2025 non esisterà più.

Gli ultimi due articoli invece affermano la necessità di potenziamento delle aree mediche che studiano e curano la salute mentale, con un investimento di 60 milioni di euro e l’introduzione di una retribuzione straordinaria per portare avanti il taglio alle liste d’attesa.

Risposta del Ministro Schillaci

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha minimizzato le tensioni, affermando di essere soddisfatto delle misure approvate e di aspettarsi un cambio di passo immediato. Ha sottolineato l’importanza della collaborazione con regioni, direttori generali, direttori sanitari, medici e operatori. Schillaci ha dovuto affrontare la realtà delle risorse finanziarie limitate, come chiarito dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale ha confermato che i fondi per abbattere le liste d’attesa non sono disponibili nell’immediato.

Il piano del governo per il taglio alle liste d’attesa, approvato a pochi giorni dalle elezioni, è diventato un campo di battaglia politico. Mentre il governo difende le misure come passi avanti significativi, l’opposizione e le regioni criticano la mancanza di risorse e di una vera concertazione. Resta da vedere come le misure saranno implementate e quale sarà l’impatto reale sulla riduzione delle liste d’attesa e sulla qualità del servizio sanitario pubblico.

Lucrezia Agliani

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