Il decreto-legge sull’emergenza maltempo e il dibattito sulla crisi climatica: tra l’attivismo dei giovani e il negazionismo politico

immagini dell'alluvione in Emilia-Romagna, maggio 2023

Stanziati oltre 2 miliardi di euro per gli aiuti a sostegno dell’Emilia-Romagna recentemente colpita dall’alluvione e che presto verranno estesi anche a Marche e Toscana.

Con l’approvazione del decreto-legge sull’emergenza maltempo si riaccende il dibattito sulla crisi climatica che continua a dividere le opinioni: da un lato, i giovani attivisti si battono per contrastare l’indifferenza di molti in merito al cambiamento climatico, dall’altro lato, invece, vi è un negazionismo sia politico sia mediatico che ostacola gli interventi necessari per fare fronte all’emergenza climatica imminente.

Il consiglio dei ministri approva il decreto-legge sull’emergenza maltempo per stanziare gli aiuti all’Emilia-Romagna                                   

Nella giornata di martedì 23 maggio 2023, il Cdm ha approvato il “decreto maltempo” per far fronte all’emergenza causata dalle recenti alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna.

Durante l’incontro tra la Premier Giorgia Meloni e il Presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, quest’ultima ha specificato che sono stati approvati due provvedimenti: un’ordinanza per la protezione civile che estende lo stato di emergenza a tutti i comuni che sono stati colpiti dalla seconda alluvione e un decreto-legge sull’emergenza maltempo con le prime disposizioni considerate urgenti per affrontare la criticità di questo momento.

Le principali misure adottate riguardano:

Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami (FDI), dichiara che con il decreto-legge sull’emergenza maltempo il Governo dà un “concreto ed effettivo supporto all’Emilia-Romagna e mette in campo fin da subito risorse fondamentali per la ricostruzione del territorio e la ripresa delle attività”.

Mentre Boccaccini, dopo aver presentato un documento dove vengono elencati i principali punti chiave da affrontare per la ripresa nel post emergenza, sottolinea che oltre a questo primo decreto-legge ne servirà sicuramente un altro per la ricostruzione, che dovrà avere come scopo principale quello di fronteggiare soprattutto il problema dei fiumi, delle frane, delle strade e della viabilità.

Il dibattito sulla crisi climatica e l’attivismo dei giovani  

L’alluvione in Emilia-Romagna ha riacceso il dibattito sulla crisi climatica che da anni domina lo scenario mediatico italiano e globale. Temi come il riscaldamento globale e il cambiamento climatico trovano spazio e rappresentazione soprattutto tra i giovani che con il loro attivismo cercano di battersi per il futuro del pianeta con ogni mezzo a loro disposizione.

Sono una generazione nata e ispirata da Greta Thumberg e la loro lotta è fondata su solide basi che non vedono nessun’alternativa se non quella di fare qualcosa nell’immediato per poter riuscire a contrastare la crisi climatica. Proprio per questo si battono costantemente con la speranza che i grandi leader politici possano finalmente prendere in considerazione ciò che hanno da dire per poter iniziare a pianificare mosse concrete per fronteggiare il cambiamento climatico.

Le proteste degli eco-attivisti

Proprio negli ultimi giorni, in seguito all’alluvione che ha provocato 15 vittime in Emilia-Romagna, si sono verificati due episodi ad opera di attivisti ambientali che fanno parte del movimento di Ultima Generazione.

Il primo è avvenuto a Roma, dove i manifestanti hanno gettato come segno di protesta del carbone vegetale nella fontana di Trevi  e nel mentre urlavano: “Il nostro Paese sta morendo”. Anche il secondo episodio ha avuto luogo a Roma, ma stavolta gli eco-attivisti si sono recati davanti a Palazzo Madama dove hanno cercato di spruzzare acqua con degli estintori sulle mura del Senato per poi cospargersi di fango davanti all’edificio, gridando a gran voce “l’alluvione dell’Emilia-Romagna era un disastro annunciato. Portiamo il fango della politica nel palazzo della politica”. Entrambi gli episodi sono stati fermati dalle Forze dell’Ordine.

Il negazionismo climatico si espande in ambito politico e mediatico

All’attivismo dei giovani, però, si contrappone un negazionismo climatico sempre più in voga sia a livello politico sia a livello mediatico. Eppure, non serve essere scienziati per dedurre la preoccupante situazione che saremo costretti ad affrontare se non si iniziano a prendere sul serio tutti i segnali che il nostro pianeta ci invia costantemente.

Nonostante ciò, la disinformazione e l’ignoranza portano sempre più persone a non credere alla crisi climatica e alla necessità di agire nel minor tempo possibile prima della prossima catastrofe.

La realtà in cui viviamo, purtroppo, è invasa da questa ideologia di negazionismo climatico. Dai politici che affermano convinti l’inesistenza del cambiamento climatico durante le sedute parlamentari e affrontano con una spaventosa superficialità l’argomento, alle trasmissioni televisive che danno spazio a discussioni basate su idee del tutto errate che assecondano le teorie scientifiche come se fossero delle mere retoriche generando così solo dubbi e contraddizioni nei telespettatori; passando per le testate giornalistiche (principalmente di destra) che con i loro titoli ad effetto puntano a minimizzare questa problematica, se non addirittura si divertono a sbattere il negazionismo climatico in prima pagina etichettando le azioni degli attivisti come atti vandalici volti solamente allo sfregio del patrimonio artistico e culturale o come proteste inutili di persone che hanno del tempo da perdere in questioni futili e irrilevanti rispetto alle priorità politiche e sociali del nostro Paese.

L’atteggiamento superficiale nei confronti del cambiamento climatico rappresenta un pericolo per tutti

Da questo si può dedurre la prevalenza di un atteggiamento egoistico in merito a questi argomenti, perchè  è sempre meglio evidenziare solo ciò che mette in risalto l’operato politico e risulta utile a scopo propagandistico, nascondendo, invece, tutto quello che può andare a ledere l’immagine e il consenso dell’opinione pubblica.

Finché tutto questo sarà all’ordine del giorno, non ci resta che impegnarci doppiamente per cercare di far capire a coloro che hanno in mano la possibilità di cambiare le carte in tavola che è possibile e doveroso trovare un modo per prevenire i disastri ambientali e risolvere le problematiche derivanti dalla crisi climatica. Basta affidarsi e credere a chi ha delle competenze in materia al fine di evitare altre devastazioni e magari anche altre vittime innocenti.

Andrea Montini

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