«Non è perché le cose sono difficili che non osiamo,
è perché non osiamo che sono difficili.»
Seneca
Vogliamo una vita diversa, ma il cambiamento, anche il più piccolo, ci spaventa.
Non ci mostriamo per come siamo, indossiamo maschere per nascondere che anche noi abbiamo paura.
Ci teniamo ad apparire migliori di quelli che siamo, perché ammettere la solitudine ci renderebbe vulnerabili e noi siamo conosciuti come quelli che vogliono avere tutto sotto controllo, l’amore, la morte, la vita, il mondo.
Passiamo una vita a respingere chi davvero ci ama, non consideriamo chi ci avrebbe regalato un frammento di universo, incorrendo un passato sbagliato con cui ossessioniamo e ci ossessioniamo.
Siamo egoisti che chiedono abbracci.
Siamo insensibili che non si fermano di fronte un cuore abbandonato.
Capitano giorni, in cui lo stare al mondo, per qualche strana ragione, per qualche – conscia o inconscia malinconia – ci pesa, e allora, in quel giorno come tanti, quando cerchi un motivo per rimanere al mondo, e farlo con un sorriso, osserva gli alberi.
Queste immense chiome verdi che stanno al mondo senza averlo chiesto. Queste chiome verdi, consumate da una mano avida, senza lamentarsi.
Osserva gli alberi che non cambiano pur cambiando, che mutano non dimenticando chi sono, che accettano il cambiamento.
Decido di essere come un albero.
Decido di avere radici forti, per far sì che il mondo mi modifichi, mi migliori, ma che non tocchi la mia anima.
Decido di aggrapparmi a poche cose, ma a quelle essenziali e di lasciare andare chi non vuole tenermi con sé, di lasciare un’apparenza che non mi rispecchia e decido di abbracciare l’essenza.
Decido di crescere nel mio spazio, come gli alberi, senza importunare ciò che ho intorno, ma di accettarlo nella sua preziosa diversità, comprendendo che io stessa, sono diversa per lui.
Decido di essere come un albero oggi, il giorno in cui il cambiamento, mischiato alla monotonia, mi ha schiacciato il cuore e i polmoni.
Costretta a respirare in una morsa di ciò che non volevo, mi sono resa conto che potevo vivere anche in un mondo che repentinamente cambiava direzione e potevo farlo sorridendo, vedendo il cambiamento come la possibilità di essere infinite cose.
Decido di prendere in mano il timone del destino che non ti scegli tu, ma provi a migliorare.
Così ho fatto, ho deciso di essere come un albero il giorno in cui il mondo mi uccise.
E non avendo nulla da perdere, ma tutto da guadagnare, imparai a cambiare.
Decido di essere come gli alberi, che perdono le foglie e restano nudi di fronte al mondo.
Restano nudi finché la forza di rinascere non è più forte, e allora lo fanno.
Rinascono e cambiano, non indietreggiano di fronte la certezza che per un periodo all’anno saranno nudi, vestiti delle proprie fragilità di fronte al mondo.
Decido di essere come gli alberi, oggi che mi spoglio dell’apparenza e indosso le mie fragilità, pronta domani a cambiare, indossando nuove certezze e auguro a te, di essere come un albero, forte, ma delicato, che cambia, ma con consapevolezza di migliorare.
Vanessa Romani