L’allarme dell’FMI sul debito pubblico in Italia per il 2025

debito pubblico in Italia: FMI

Nel contesto di un’economia globale sempre più complessa e interconnessa, l’Italia si trova di fronte a sfide cruciali legate al bilancio pubblico e alla crescita economica. Le recenti valutazioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca d’Italia forniscono uno sguardo approfondito sulla situazione attuale del debito pubblico in Italia nell’attuale 2024 e sulle prospettive future dell’economia italiana nel futuro 2025, mentre gli sviluppi geopolitici, come la crisi nel Mar Rosso, aggiungono ulteriori elementi di incertezza. In questo contesto, abbastanza preoccupanti sono state le raccomandazioni del FMI per l’Italia: le grandi speranze per una nuova stagione di prosperità economica sono velocemente crollate per il Governo Meloni, in parte responsabile del debito pubblico in Italia. L’Italia è ora, e di nuovo, uno degli ultimi paesi di tutta l’Unione Europea. 

La sfida del bilancio nel debito pubblico in Italia: una prospettiva internazionale dell’FMI

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sollevato l’allarme sulla situazione del bilancio del debito pubblico in Italia, sottolineando la necessità di ulteriori sforzi nei prossimi due anni. Secondo il Fiscal Monitor del FMI, la probabilità che l’Italia raggiunga il deficit primario necessario per stabilizzare il suo debito è inferiore al 50%, evidenziando la richiesta di un impegno maggiore nell’ambito del bilancio nazionale.

Il rapporto dell’FMI mette in luce anche le politiche di stimolo di bilancio annunciate da alcune economie, tra cui l’Italia, spesso basate su ipotesi di finanziamento ottimistiche. Si prevede che il debito globale aumenterà fino al 100% del Pil entro il 2029, con alcune grandi economie, inclusa l’Italia, che devono affrontare squilibri significativi tra spesa e ricavi.

La previsione della Banca d’Italia per la crescita economica

Contestualmente, la Banca d’Italia ha ribadito le sue stime sulla crescita del PIL italiano, prevedendo un aumento dello 0,6% nel 2024, con un dato che sale all’0,8% escludendo la correzione per le giornate lavorative. Le previsioni indicano anche un aumento del PIL del 1% nel 2025 e del 1,2% nel 2026. Queste proiezioni sono però superiori a quelle di altre istituzioni, come il Centro Studi di Confindustria.

Sicuramente la politica di austerità e continue privatizzazioni di cui il Governo Meloni è attivo promotore è stata una delle cause principali del debito pubblico in Italia che ci prepariamo ad affrontare. Un altro grande problema dell’economia italiana è sicuramente la stagnazione economica dovuta ad una bassa produttività e occupazione, che portano a licenziamenti, bassi salari e in generale meno mercato. 

Dall’altra parte vi è il Governo attuale che ha eliminato qualsiasi incentivo economico possibile, come il salario minimo. Inoltre, con molti dei fondi pubblici – come quello comunitario del PNRR – vengono investiti per incentivare le aziende private: sanità, educazione, infrastrutture, servizi pubblici vengono così marginalizzati e, di conseguenza, aumenta il debito pubblico in Italia.



E ancora, in Italia non ci si è mai occupati di una giusta e proporzionale tassazione nei confronti di chi possiede più ricchezza, per il bene pubblico. Un altro grande problema che aumenta il debito pubblico in Italia è sicuramente l’evasione fiscale a favore delle corporazioni e dei privati e causa il depauperamento di servizi pubblici e di molti altri singoli.

L’impatto della crisi nel Mar Rosso sulle prospettive economiche

La Banca d’Italia ha anche esaminato l’impatto della crisi nel Mar Rosso sull’economia europea, notando che i rischi di pressioni inflattive sono al momento limitati. Anche in uno scenario pessimistico, si prevede solo un modesto aumento dell’inflazione al consumo nell’area dell’euro. Tuttavia, queste valutazioni rimangono soggette a ulteriori sviluppi geopolitici.

La risposta economica della Russia e le implicazioni globali

Mentre il debito pubblico in Italia e in parte dell’Europa avanza, le previsioni dell’ FMI indicano che la Russia sarà l’economia avanzata con la crescita più significativa nel 2024, superando perfino gli Stati Uniti. Questo risultato rappresenta una sorpresa per molti osservatori, che avevano previsto un impatto molto più negativo delle sanzioni economiche occidentali sulla Russia. Inoltre, le economie avanzate del G7, compresa l’Italia, si trovano a fronteggiare sfide economiche significative, con previsioni di crescita più deboli rispetto alle aspettative.

Questo solleva domande importanti sulle politiche economiche e fiscali adottate dalle nazioni europee, compresa l’Italia, e sulla necessità di strategie di sviluppo sostenibili nel lungo termine.

In conclusione, l’economia globale è soggetta a molteplici pressioni e sfide, con impatti differenziati a livello regionale e nazionale. Mentre alcuni Paesi mostrano segni di crescita e resilienza, altri devono affrontare sfide significative legate al debito, alla crescita economica e alla stabilità finanziaria. In questo contesto, è essenziale adottare politiche economiche e fiscali efficaci e sostenibili, al fine di promuovere una crescita inclusiva e duratura per tutte le nazioni e le loro popolazioni.

Per quanto riguarda, infine, il debito pubblico in Italia, ancora una volta il governo si trova davanti ad un grande fallimento, contrariamente alla tanto acclamata propaganda politica sulla prosperità e la grandezza dello Stato mediterraneo. È così che all’orizzonte vedremo solo impoverimento, inflazione e austerità. 

Lucrezia Agliani

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