Secondo De Luca, la decisione del governo di impugnare la legge regionale per il terzo mandato è una reazione della paura di fronte alla volontà popolare. La sua battaglia non si limita alla Campania, ma si estende a livello nazionale, puntando a suscitare un dibattito che va oltre le specifiche normative locali. In netta contrapposizione con De Luca, il Partito Democratico ha adottato una linea chiara: la legge che consente il terzo mandato ai presidenti di Regione è inaccettabile.
La posizione del Pd e la sfida alla consulta
Igor Taruffi, membro della segreteria del Pd, ha ribadito che il partito è fermamente contrario a qualsiasi possibilità di ricandidatura per chi ricopre ruoli come quello di presidente di Regione o sindaco, definendo la rotazione una pratica necessaria e naturale. Il Pd auspica che la Consulta dia ragione al governo, sancendo l’impossibilità per De Luca di ricandidarsi, e spera che questa posizione venga condivisa dalla maggior parte dei cittadini e dei rappresentanti politici.
Il partito ha messo in chiaro che l’obiettivo è garantire il necessario rinnovamento in Campania, una prospettiva che è stata ripetutamente ribadita anche da Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. Manfredi ha dichiarato che sarebbe stato possibile giungere a una soluzione più conciliante, evitando l’attuale conflitto e consentendo a tutte le parti in causa, incluso l’attuale governatore della Campania, di trovare un accordo condiviso per un ricambio alla guida della Regione.
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De Luca e il suo attacco a Bonaccini
De Luca ha approfittato dell’occasione per rispondere anche alle critiche che provengono dal suo stesso partito, indirizzando le sue parole contro Stefano Bonaccini, uno degli esponenti più noti del Pd e uno dei suoi principali rivali interni. De Luca ha accusato Bonaccini di essere incoerente e di promuovere un’immagine di generosità che non corrisponde alla realtà. Infatti, in Emilia-Romagna la legge elettorale non consente a un presidente di Regione di candidarsi per un terzo mandato, una differenza che De Luca ha messo in evidenza per sostenere che le sue battaglie siano molto più legittime di quelle degli altri.
Il governatore ha anche lanciato un attacco a Andrea Orlando, che in passato aveva sollevato dubbi sulla validità della legge campana. Secondo De Luca, in altre circostanze il Pd non si era opposto a ricandidature di personalità politiche che avevano accumulato molteplici mandati, come nel caso di un candidato alla presidenza della Liguria. La sua critica è stata rivolta anche a Sergio Mattarella, il quale, pur avendo ricoperto numerosi mandati, non ha incontrato alcun ostacolo nel proseguire la sua carriera politica.
L’ipotesi di un nuovo partito
Le dichiarazioni di De Luca hanno fatto sorgere il sospetto che il governatore stia progettando di allontanarsi dal Pd per dar vita a un nuovo movimento politico. Alcuni commentatori hanno interpretato le sue parole come il preludio alla creazione di una formazione che possa rappresentare un’alternativa al partito in cui ha militato per anni. Sebbene De Luca abbia smentito tali ipotesi, è chiaro che la sua battaglia per il terzo mandato potrebbe tradursi in un progetto politico più ampio, che mira a coinvolgere forze politiche e movimenti che condividano le sue posizioni.
Anche se il governatore ha minimizzato questa possibilità, le sue parole suggeriscono un’intenzione di cambiare il quadro politico, sia a livello locale che nazionale. Non è escluso che De Luca stia cercando alleanze con altri esponenti di centrodestra o di altre formazioni progressiste, pur mantenendo la sua autonomia da Roma.
Le future alleanze e le elezioni regionali
Il Pd sta cercando di costruire una coalizione solida per affrontare le sfide future, mettendo in campo un programma comune e valutando i nomi dei potenziali candidati. La scelta del prossimo candidato governatore sarà cruciale, e tra i principali nomi circolanti ci sono Roberto Fico e Gaetano Manfredi, ma non si esclude la possibilità di una candidatura civica che possa raccogliere il consenso di tutte le forze politiche della sinistra.
Anche i 5 Stelle hanno dichiarato di essere pronti a lavorare con tutte le forze politiche del fronte progressista, e presto sarà convocato un tavolo per discutere alleanze e programmi. L’aspetto che terrà banco nelle prossime settimane sarà proprio la formazione di un’alleanza larga e inclusiva, che possa sfidare le posizioni del governatore campano e contrastare la sua leadership.