Giovedì 5 Maggio è uscito nelle librerie Passo d’ uomo, l’ultimo libro di Francesco De Gregori: l’artista lo ha presentato a Roma presso la Feltrinelli di Via Appia Nuova.
Oltre ad essere in Tour per l’album “Amore e Furto”, disco nato dalla traduzione e interpretazione di alcune canzoni di Bob Dylan, sua più grande fonte di ispirazione, il cantautore ha in programma diversi appuntamenti in giro per l’Italia per parlare del libro realizzato con l’amico Antonio Gnoli.
Si tratta di una sorta di autobiografia presentata sotto forma di intervista, che oltre alla vita e alla carriera del cantante ripercorre tratti salienti della storia italiana: rispetto al consueto, qui De Gregori parla strettamente di sé forse facilitato da una più consona forma di espressione, forse perché incalzato amichevolmente da Gnoli.
“Il Principe”, come viene soprannominato dai colleghi, si racconta attraverso amicizie, passioni, influenze di scrittori e cantanti, la politica, il clima degli anni sessanta e settanta, l’arrivo inaspettato del successo con Rimmel, il composto omaggio allo zio partigiano, suo omonimo, ucciso da una brigata comunista a causa di una faida interna alla Resistenza.
Passo d’ uomo è il passo di Francesco, un passo scandito dalla musica, ma potrebbe essere quello di ognuno di noi: è un moto primigenio che evoca inizi, scoperte, energia, calma, umiltà, ambizione, forse anche la chiusura di un cerchio.
Passo d’ uomo perché ognuno dietro di sé lascia le proprie orme, perché nonostante non esistano due persone che abbiano percorso la stessa strada, il gesto essenziale del loro cammino è lo stesso, e ancora, passo d’ uomo perché esso è misura della vita, della sua ampiezza e dei suoi tempi.
Francesco De Gregori è amato dai suoi sostenitori per la profondità dei testi che accompagnano la sua musica, ricchi di figure retoriche quali la sinestesia e la metafora, per le liriche intimistiche che non mancano di riferimenti letterari, politici e storici; la storia è una delle sue passioni più forti fin dalla giovinezza.
Senza dubbio si tratta di uno dei cantautori più importanti dell’attuale scena musicale italiana; al contempo un cantautore ed un poeta, nonostante egli non gradisca esser inquadrato in nessuna delle due categorie. Si ritiene semplicemente un artista e nel suo libro riserva uno spazio significativo all’ esplicitazione della sua concezione di canzone, assolutamente da non svalutare ma neanche da classificare come prodotto meramente intellettualistico.
“Vorrei che non passasse mai in secondo piano la fisicità del mio lavoro. Mi trovo davanti persone che dimenticano che faccio il cantante e suono la chitarra. Che ho le “mani sporche”. Guarda che calli!
Dunque, “Passo d’uomo” è anche simbolo della sua umiltà: testimonianza che il successo non lo ha affatto allontanato da questa misura.
«So che senza il mio lavoro sarei nulla. Ma so anche che senza il lavoro degli altri sarei nulla.»