In Italia le istituzioni di governo non rispettano neanche i morti, mentre calpestano i vivi. Nel curriculum vanta la condanna definitiva per omicidio colposo ad appena due anni di reclusione (che non sconterà mai) per la strage di 309 persone a L’Aquila il 6 aprile 2009. L’ingegner Bernardo De Bernardinis è quel funzionario della commissione grandi rischi che raccomandò gli aquilani di restare nelle proprie case perché non c’era pericolo, mentre la cosiddetta “protezione civile”, in gran segreto abbandonava qualche giorno prima (4 aprile 2009) la sua sede operativa nel palazzo della prefettura, poi crollato integralmente. De Bernardinis siede ancora nel nucleo operativo della Protezione civile, ma soprattutto presiede l’Ispra.
Dopo aver esaurito due mandati triennali, Bernardo De Bernardinis si apprestava a lasciare la presidenza dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ente di ricerca vigilato dal ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il suo approdo al vertice dell’ente di ricerca di via Brancati risale al 5 ottobre 2010, in virtù di un decreto dell’allora presidente del consiglio, l’ineleggibile Silvio Berlusconi (tessera P2 numero 1816). Eppure il 3 marzo il ministro Galletti ha nominato il De Bernardinis addirittura commissario straordinario di un ente ambientale in condizioni disastrose. Il ‘nuovo’ commissario è il vecchio presidente De Bernardinis. Si tratta del prolungamento dell’agonia di un istituto che qualcuno non vuol far funzionare come dovrebbe, con la missione di garantire la protezione dell’ambiente e dei cittadini, con competenze chiave in settori come la qualità dell’aria, la salvaguardia degli ecosistemi ed il rischio idrogeologico.
La sua rimozione sarebbe invece una scelta da fare immediatamente per decenza e per rispetto ai tanti morti, ai feriti, e a tutta la popolazione colpita dal terremoto dello scorso 24 agosto» e anche a quella colpita dal terremoto del 2009 a L’Aquila. De Bernardinis è entrato con Berlusconi ed è stato confermato dal governo di Enrico Letta e da quello di Matteo Renzi A conti fatti il pregiudicato De Bernardinis incassa ben due stipendi statali. Quello di pensionato Inps, come ex professore universitario con svariati incarichi pubblici da dirigente di prima fascia: 115 mila 269 euro l’anno, secondo la dichiarazione dei redditi 2015. E quello di presidente di Ispra: 130 mila euro lordi. Per un totale annuo, tolte le trattenute, di 204 mila 189 euro.
Ma come, per essere nominato bidello scolastico a 1.200 euro al mese è necessario avere la fedina penale pulita, mentre per essere al vertice della ricostruzione e guadagnare 130 mila euro all’anno si può benissimo essere pregiudicati. Nel belpaese se ammazzi più di qualcuno fai carriera politica come nel caso di Beppe Grillo, padrone del partito 5 stelle che va a consultazione con il presidente della Repubblica, e ogni giorno spara una grossolonità. Ma questa è un’altra brutta storia.