DDL Pillon: il mondo femminista in piazza per gridare il proprio no

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Affido condiviso, abolizione dell’assegno di mantenimento ed introduzione della mediazione obbligatoria e a pagamento. Il mondo femminista chiede l’immediato ritiro della proposta di legge: ora la palla passa al Governo

Il mondo femminista in piazza, contemporaneamente in più di 60 città italiane. Da Lecce a Bolzano, diverse manifestazioni sono state organizzate lungo tutto lo stivale, per formulare una netta coesa opposizione al disegno di legge Pillon.

Quasi una “prova generale” in vista della grande manifestazione unitaria indetta a Roma, il 24 novembre, contro la violenza maschile di genere.

Il disegno di legge contestato

Nel mirino della protesta, il disegno di legge fortemente sponsorizzato dal Governo, specialmente nelle sue componenti leghiste. Tra le tante novità che questa norma vorrebbe introdurre in caso di divorzio campeggia la riforma dell’affido.

Si passerebbe infatti a un affido condiviso del minore secondo uno schema sostanzialmente matematico (12 giorni al mese per ciascun coniuge).  Una soluzione che non terrebbe in alcuna considerazione la specificità di ogni singolo caso. Ad esso si accompagnerebbe poi l’abolizione dell’assegno di mantenimento e l’introduzione della mediazione obbligatoria e a pagamento. 

Misure che finirebbero per indebolire la posizione del coniuge economicamente meno indipendente, fino a rendere il divorzio un’operazione sconveniente al limite del proibitivo.

Dalla petizione ai flash mob

La protesta del 10 novembre è stata organizzata e coordinata dalla rete dei centri antiviolenza D.i.re, fautrice anche di una petizione online che ha già sforato il tetto delle 100.000 sottoscrizioni. Le piazze, però, hanno visto confluire una molteplicità di associazioni, di comitati civici e di collettivi, ed in particolare la reteNon una di meno” ha anticipato gli interventi dai palchi con una serie di flash mob.

Le richieste al Governo sono state molteplici, ma il concetto rimbalzato di piazza in piazza è stato fondamentalmente uno: il disegno di legge deve essere ritirato, perché nessuna mediazione sembra possibile su un testo del genere.

L’apertura del Governo

In una recente intervista al settimanale “Elle”, anche lo stesso vicepremier Di Maio aveva fatto presente l’esistenza di numerose perplessità da parte della componente Cinque Stelle sull’opportunità del testo normativo.

Ora che anche la società civile si è espressa con una simile decisa presa di posizione, sarà interessante scoprire se l’apertura formulata dal Ministro potrà produrre delle reali conseguenze. O invece se, ancora una volta, i “mal di pancia” del movimento pentastellato dovranno arrendersi all’alleato di Governo.

 

Stefano Bucello

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