Passano in Senato il Ddl Nordio sulla giustizia e l’emendamento Costa, meglio noto ai giornalisti come “legge bavaglio”.
Cosa cambia ora in Italia?
Il Ddl Nordio e il provvedimento Costa sono passati entrambi al Senato, nel giro di poche ore.
I disegni di legge riguardano principalmente la giustizia, con l’abolizione del reato d’ufficio e l’intervento sul traffico di influenze illecite.
Ma, ad essere preoccupati, sono soprattutto i giornalisti.
Con il disegno di legge di Nordio, infatti, si scontrano con una forte stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni. Con la “legge bavaglio” – più volte oggetto di proteste e manifestazioni – si aggiunge anche il divieto di pubblicare ordinanze di custodia cautelare.
Via l’abuso d’ufficio, ma “potrebbe impattare sulla lotta alla corruzione”
Il disegno di legge del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio – con 104 voti a favore e 56 contro – elimina il reato di abuso d’ufficio e impone una stretta sulle intercettazioni.
Si prospettano quindi cambiamenti nell’ambito della giustizia italiana, tanto che il Ministro ha parlato di “inizio della fine di un periodo oscuro“.
L’inizio della fine di un periodo oscuro per la giustizia italiana, che ha visto molto spesso sul banco della opinione pubblica persone completamente estranee alle indagini, delegittimate, offese e compromesse nella loro carriera per ragioni che si sono rivelate infondate
Per quanto riguarda il reato d’abuso d’ufficio (norma 323 del codice penale) – ossia tutti gli illeciti commessi nell’esercizio delle funzioni di pubblico ufficiale – questo viene del tutto eliminato. Diversi sindaci e amministratori hanno sostenuto tale provvedimento, parlando della cosiddetta “paura della firma“, cioè il timore di assumersi responsabilità su determinati provvedimenti per paura di incorrere nel reato.
Altri, tra cui diversi esponenti di Pd, M5S e Avs, dopo l’approvazione del Senato, hanno criticato quello che ritengono un disegno di legge “antidemocratico, anti egualitario e classista” che “afferma una cultura illiberale e che lascia i cittadini senza protezione“.
Anche il neo-procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, da sempre in prima linea contro la criminalità organizzata, è intervenuto esprimendo le sue perplessità.
In questo momento ci sono 6 mila condanne per abuso d’ufficio, e vorrei sapere che fine faranno.
L’abuso d’ufficio è un reato spia molto importante partendo dal quale, spesso, si arriva a scoprire anche la corruzione, la concussione e altri reati che riguardano la pubblica amministrazione
Il rischio di favorire i reati di corruzione, difatti, era già stato evocato dalla Commissione Europea lo scorso gennaio.
Potrebbe impattare sull’efficacia del rilevamento dei fatti di corruzione e quindi sulla lotta alla stessa, che per la Commissione è una priorità
Tuttavia. secondo il Ministro Nordio, il suo disegno di legge non impatterà negativamente sulla giustizia, perché affiancato da un arsenale normativo molto severo.
Siamo stati accusati di voler favorire la corruzione. La direttiva europea recepisce un invito della Convenzione di Merida, che impone la massima severità contro la corruzione. Il nostro arsenale normativo contro la corruzione è il più severo d’Europa, ed è giusto così
Il Ddl Nordio interviene anche sul reato di traffico di influenze illecite, ovvero le operazioni ambigue di affaristi, lobbisti e facilitatori.
Questo viene limitato a condotte particolarmente gravi. Sono esclusi, in particolare, i casi nei quali il reato non produca un beneficio economico. Inoltre, viene ammessa la previsione di non punibilità se l’autore collabora con la giustizia.
Stretta sulle intercettazioni: scontri con la magistratura
Con il nuovo disegno di legge, vengono introdotte alcune modifiche in tema di intercettazioni.
Il fine ultimo sarebbe di rafforzare la tutela del terzo, estraneo al procedimento, rispetto alla circolazione delle comunicazioni.
Una stretta che prevede, per la polizia giudiziaria, per i giudici e per i pubblici ministeri, il divieto di usufruire dei dati intercettati relativi a soggetti diversi dalle parti, salvo che risultino rilevanti ai fini delle indagini.
Un avviso di garanzia, ad esempio, dovrà riportare una descrizione sommaria del fatto su cui si indaga, e dovrà tutelare la riservatezza dell’indagato.
Negli atti non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti terzi non coinvolti dalle indagini, salvo che ciò sia considerato indispensabile.
Infine, il giudice dovrà stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti terzi.
Per quanto riguarda la stampa, i giornalisti potranno riportare le intercettazioni solo nel caso in cui il contenuto delle stesse sia stato riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento, e venga utilizzato nel corso del dibattimento. Mentre potranno pubblicare gli atti dei magistrati solo per sintesi, non integralmente e nemmeno per estratto.
Su questo tema è intervenuto con una critica il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Giuseppe Santalucia, che parla di una vera e propria “ingerenza politica” nel lavoro della magistratura.
Nordio parla di una spesa eccessiva, ma rispetto a cosa? La gran parte della spesa è proprio nelle inchieste su mafia e terrorismo, che lui ha detto di voler salvaguardare, quindi dove vuole tagliare? Il problema è che ritiene che ci sono alcune intercettazioni che non andrebbero fatte, ma queste sono valutazioni della magistratura, non dell’esecutivo
Nonostante le critiche, per Nordio, la stretta sulle intercettazioni di questo Ddl è solo l’inizio. La prossima mossa, infatti, sarebbe quella di vietare il sequestro degli smartphone.
Ddl Nordio e “legge bavaglio”: come cambia il giornalismo
Con la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni e il passaggio della cosiddetta “legge bavaglio“, ad essere colpita è soprattutto la categoria dei giornalisti.
Oltre al divieto di pubblicazione delle intercettazioni, infatti, con l’emendamento Costa è proibita anche la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare fino alla chiusura delle indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare.
Per quanto riguarda la pubblicazione delle intercettazioni, l’Ordine dei Giornalisti si è detto preoccupato per quanto riguarda la libertà di stampa e l’interesse pubblico.
Esprimiamo preoccupazione di fronte ai limiti che si vogliono introdurre alla conoscibilità delle intercettazioni effettuate durante le indagini preliminari su eventi di rilevante interesse pubblico.
Il rischio è di far calare il silenzio su quasi tutto, con l’eccezione delle intercettazioni riprodotte dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento
In merito all’approvazione della “legge bavaglio“, nel frattempo, è intervenuta la segretaria generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), Alessandra Costante.
Pezzo dopo pezzo, questa politica sta smontando l’articolo 21 della Costituzione e la possibilità per i cittadini di avere coscienza e di formarsi una propria opinione.
Il discrimine non è tra dare o meno una notizia, ma è tra scrivere una notizia documentata oppure scriverla senza potersi appoggiare sulle parole di un giudice che quando motiva una sua decisione sceglie termini precisi e rigorosi. Difficili da parafrasare e sintetizzare.Pur comprendendo tutte le difficoltà del caso, la Federazione nazionale della Stampa italiana rinnova l’appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a non firmare norme che possono rappresentare un attacco al diritto di essere informati.
Costante ha anche citato l’Unione Europea, che, in più di un’occasione, si è rivolta all’Italia chiedendo riforme che tutelino la stampa e la libertà di espressione.
L’Europa chiede tante cose all’Italia: chiede misure contro le querele bavaglio, una governance Rai indipendente, retribuzioni adeguate per i giornalisti, eppure di tutte queste cose non c’è traccia nelle battaglie garantiste di politici che difendono il potere
Al momento si attende il passaggio del Ddl Nordio e dell’emendamento Costa alle Camere, dove potranno ittenere l’approvazione per diventare ufficialmente legge.