La guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea si accende nuovamente, con dazi incrociati che potrebbero avere un impatto significativo sulle economie di entrambi i blocchi. Il presidente americano Donald Trump ha minacciato nuovi dazi del 200% sui vini e sugli alcolici europei in risposta alle misure adottate da Bruxelles sul whisky statunitense. Le reazioni non si sono fatte attendere, con la Francia e la Commissione Europea pronte a difendere i propri interessi e a rispondere con misure proporzionate.
Un nuovo scontro sui dazi minaccia il commercio globale
Si riaccende lo scontro commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, con il presidente americano Donald Trump che minaccia pesanti dazi del 200% sui prodotti alcolici europei. L’origine della controversia risiede nella recente decisione dell’UE di imporre una tariffa del 50% sul whisky americano, mossa che ha scatenato l’immediata reazione di Washington. Se questa misura non verrà rimossa, ha dichiarato Trump su Truth, gli Stati Uniti applicheranno una tariffa il quadruplo maggiore su vini, champagne e altri alcolici provenienti dai Paesi dell’Unione.
Questa nuova escalation potrebbe avere effetti significativi sull’export europeo, colpendo in particolare l’industria vinicola italiana e francese, tra le più vulnerabili in questo scenario.
La risposta dell’Europa e della Francia
La Francia ha immediatamente replicato alle minacce di Trump, con il ministro del Commercio Estero Laurent Saint-Martin che ha definito l’atteggiamento americano un’ulteriore intensificazione della guerra commerciale in atto. “Non cederemo alle minacce e proteggeremo sempre le nostre filiere”, ha scritto Saint-Martin su X, sottolineando il sostegno della Francia alla risposta comune dell’UE.
Anche la Commissione Europea si è espressa con fermezza: il portavoce Olof Gill ha dichiarato che l’UE è pronta a qualsiasi scenario e che sta lavorando da oltre un anno per prepararsi a questa eventualità. Secondo Gill, gli Stati Uniti dovrebbero collaborare con l’Europa per affrontare il vero problema: la sovraccapacità globale di acciaio e alluminio, piuttosto che intraprendere azioni punitive unilaterali.
Le contromisure dell’Unione Europea
L’Unione Europea ha già predisposto una serie di contromisure per contrastare i dazi americani. Tra le misure principali vi è la reintroduzione delle tariffe sospese nel 2018 e nel 2020, che colpiranno prodotti iconici come whisky, motociclette Harley-Davidson e jeans americani. Dal 1° aprile queste tariffe entreranno nuovamente in vigore, seguite da una seconda ondata di misure a partire dal 13 aprile.
Oltre ai prodotti alcolici, le nuove tariffe dell’UE colpiranno beni industriali come acciaio, alluminio, elettrodomestici e materie plastiche, oltre a prodotti agricoli come pollame, manzo, uova, latticini e verdure. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito che le contromisure adottate dall’UE sono “forti ma proporzionate”, e che Bruxelles resta aperta al dialogo per trovare una soluzione diplomatica.
L’impatto sul mercato del vino e le preoccupazioni italiane
Le minacce di Trump di applicare dazi del 200% sul vino europeo potrebbero rappresentare un duro colpo per i produttori italiani e francesi. Nel 2024, l’export di vino italiano negli Stati Uniti ha raggiunto un valore di circa 2 miliardi di euro, e le nuove tariffe rischiano di ridurre drasticamente la competitività del prodotto sul mercato americano.
Il settore vinicolo italiano è particolarmente preoccupato: il Prosecco, molto apprezzato dai consumatori statunitensi, ha registrato un incremento del 20% nelle esportazioni nell’ultimo bimestre del 2024. Un dazio così elevato potrebbe compromettere queste performance, danneggiando un settore chiave dell’economia italiana. Secondo un’analisi Coldiretti/Filiera Italia, l’imposizione di dazi del 200% potrebbe generare una perdita significativa per i produttori, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.
Gli effetti sul commercio globale
L’impatto di questa disputa commerciale non si limiterà al settore vinicolo. Le tensioni tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbero creare un effetto domino sulle relazioni economiche internazionali, aumentando l’incertezza per aziende e consumatori.
Gli analisti temono che l’aumento delle tariffe possa generare un incremento dei prezzi e una riduzione della domanda, sia in Europa che negli Stati Uniti. Le grandi aziende del lusso e dell’agroalimentare, come LVMH e Pernod Ricard, hanno già visto un calo nelle loro quotazioni in borsa in seguito alle dichiarazioni di Trump.
Nonostante le tensioni, l’Unione Europea continua a lasciare aperta la porta ai negoziati. Ursula von der Leyen ha dichiarato di aver incaricato il commissario per il commercio, Maros Sefcovic, di riprendere il dialogo con Washington per cercare di trovare una soluzione diplomatica. “Non è nel nostro interesse comune gravare le nostre economie con tariffe”, ha sottolineato la presidente della Commissione Europea.
Ma, con le elezioni presidenziali americane all’orizzonte e un Trump sempre più deciso a portare avanti una politica protezionista, il futuro delle relazioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico è ancora poco nitido.