Moriva 2 anni fa il camaleontico Duca Bianco, il 10 gennaio, due giorni prima del suo compleanno. Da tempo malato, ha combattuto con un tumore al fegato per anni, fino al momento in cui il suo corpo ha deciso di mollare. La lotta si è conclusa con una drammatica perdita per l’intero mondo della musica. Da sempre in cerca di una propria identità, artistica, fisica e sessuale, si è trasformato nel corso degli anni, da artista a scrittore, da performer innovativo ad attore. Un uomo sempre sopra le righe, sempre investito da una grandissima classe. “Ho sempre dato l’idea di collezionare personalità, idee” diceva in un’intervista “la mia filosofia è un miscuglio che ne comprende delle altre!”. Quando chiesero lui che cosa adorasse, che cosa amasse, la risposta fu semplice ed immediata: “la vita, adoro davvero tanto la vita!” una risposta così semplice prodotta dalla mente di un individuo così particolare.
David Bowie fu un’icona indiscussa nel mondo della musica degli anni ’70, anche se la sua arte ha continuato a rimanere in testa alle classifiche fino al giorno della sua morte. Personalità magnetica, un Duca provocatorio, è stato uno degli esponenti maggiori del Glam rock. Ha portato in scena la sua sensualità indefinita, ibrida, quasi inconsistente, in forte contrasto con la personalità e con la forza espressiva dell’uomo venuto dalle stelle.
Un museo in suo nome
In suo onore e in onore dell’immenso contributo e segno lasciato nel mondo della musica, della cultura di massa e di élite, la sua intera esistenza viene riproposta in mostre sempre più grandi, sempre più imponenti. A breve, lui, la sua vita e la sua arte daranno vita ad un intero museo dedicato al Duca Bianco. Inoltre, la sua immagine diventerà il personaggio di un fumetto a tema. Il grande trasformista, l’ artista eclettico per eccellenza, continuerà a rimanere vivo nelle menti e nei cuori dei suoi fans e dei suoi colleghi per molto tempo. Queste iniziative non faranno altro che mantenere ancora più vivo e vivido il suo ricordo.
David Bowie nasce nel 1947 a Bixton, già nei suoi progetti infantili e adolescenziali l’idea era chiara: voleva diventare l’Elvis britannico. Possiamo dire che in qualche modo ce l’abbia fatta. Nonostante le differenze stilistiche e musicali, la fama raggiunta dal Duca è quasi all’altezza di quella del Re.
“Io volevo vedere e capire quello che capitava. La mia paura era di passare di fianco a una nuova moda che stava per arrivare. Non desideravo altro che locali. Ci andavo sia per l’esperienza sia per riempirmi le orecchie. Per il volume alto, per ascoltare Georgie Flame per scoprire il jazz.”
Domenica Lupia