Il metodo del carbonio o datazione al radiocarbonio è una forma di datazione basata su un isotopo del carbonio che ha rivoluzionato l’archeologia e che valse il premio nobel al chimico statunitense Willard Frank Libby nel 1960.
Questo metodo permette di datare reperti di origine organica, che quindi contengono carbonio che è la base della vita, come: ossa, legno, fibre tessili, semi, carboni di legno, etc. risalenti fino a 50000 anni fa.
Ora però arriva notizia dalla Cornell University di un ricerca pubblicata su Science Advances che invoca la necessità di affinare ancora la datazione al radiocarbonio che pure in questi ultimi decenni era già stata ricalibrata.
Manco a dirlo la faccenda è abbastanza complessa, ma può essere semplificata così nelle parole del professor Sturt Manning: per cinquantanni è stata usata una curva di calibrazione valida per i ritrovamenti in tutto l’emisfero occidentale (nord America, nord Europa, bacino del Mediterraneo), la curva è stata ricalibrata nel 1986 e da allora è stata aggiornata man mano che nuovi dati venivano aggiunti.
Allora qual è ii punto? Il punto è che sono fortemente emerse evidenze che è sbagliato usare una sola curva per tutto l’emisfero occidentale. Perché? ci si è accorti che esistono delle piccole ma significative variazioni su basi regionale per i livelli di radiocarbonio dello stesso anno.
I ricercatori hanno esaminato datazioni di reperti da aree geografiche diverse all’interno dello stesso laboratorio di datazione e poi per conferma hanno fatto lo stesso con campioni presso altri due laboratori di datazione, il livello di scostamento è di decimali ma esiste.
Il tutto sarebbe legato al periodo in cui avviene la crescita delle piante e maggior fotosintesi che sottrae carbonio dall’atmosfera, questo per il nord Europa e nord America avviane da aprile a settembre, ma in Israele o Giordania da settembre ad aprile.
Queste variazioni potrebbero inficiare la precisione della datazione al radiocarbonio di poche decadi, ma nella ricostruzione di una timeline complessa come quella del Mediterraneo con tanti popoli che si sono incrociati vuol dire ricostruire una cronologia che ci dica chi davvero ha fatto cosa.
Fra gli eventi storici la cui precisa datazione è significativa e potrebbe essere rivista vengono segnalati la morte di Tutankhamon (1320-1310 a.c.) e soprattutto la grande eruzione vulcanica di Santorini, gli archeologi l’hanno sempre posta attorno al 1500 a.c. ma la datazione al radiocarbonio diceva 1630 -1600 a.c. ora con le correzioni proposte da Manning e il suo team la data del 1500 viene esclusa ma potrebbe essere possibile il range di datazione 1600-1550 a.c.
Roberto Todini