Fino ad oggi la data di scadenza rappresentava l’unica voce affidabile per stabilire fino a quando un alimento sarà intatto e potrà essere consumato senza conseguenze per la salute, sebbene alcune volte ci si affidi anche alla vista e all’olfatto.
Consumare cibi che non abbiano subito alcuna alterazione ci salvaguarda da intossicazioni e avvelenamenti alimentari che si potrebbero contrarre in caso di prodotti avariati, ma non sempre la data di scadenza è certezza assoluta, soprattutto quando il prodotto non è ben conservato o confezionato.
A colmare i dubbi ci ha pensato l’azienda Braskem, che ha sviluppato una particolare plastica capace di cambiare colore quando il ph dell’alimento risulta alterato.
La società ha stabilimenti in Brasile, Stati Uniti, Messico e Germania, ed è la più grande produttrice di polimeri in America. Braskem ha ideato nel 2013 questo particolare materiale, arrivano a prototiparlo nel 2015.
Questa plastica intelligente permetterà di avere piena certezza in merito allo stato di salute degli alimenti, al di là di date di scadenza e di “impressioni” circa l’odore o la vista di un certo alimento. Permetterà inoltre un minore spreco di prodotti, a tutela di chi, nel dubbio se consumare o meno un cibo, preferisce gettarlo per paura che faccia male.
La società brasiliana è ora impegnata nel testare la plastica sviluppata per accertarsi che i risultati siano affidabili al 100%, e che non vengano quindi ottenuti dei falsi negativi ma soprattutto dei falsi positivi, dalle conseguenze ben più gravi.
Il problema delle intossicazioni alimentari non è da sottovalutare. Secondo i dati emersi dal rapporto “Estimates of the global burden of foodborne diseases” pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’Unione Europea – così come in Italia – le infezioni più comuni sono da Campylobacter e da salmonellosi.
Dal report europeo sulle zoonosi e sugli episodi epidemici di tossinfezione alimentare “The European Union summary report on trends and sources of zoonoses, zoonotic agents and food-borne outbreaks in 2014”, pubblicato dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) nel 2015, emerge inoltre che sarebbero circa 200 mila i casi l’anno in Europa e circa 2000 in Italia, che si classifica come il secondo Paese per numero di intossicazioni alimentari registrate.
Annachiara Cagnazzo
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