Ha trent’anni, una laurea in Filosofia e sangue romano nelle vene. E’ Dario Corallo, il più giovane candidato alla segreteria del Partito Democratico. Ma è anche il più grande sostenitore di una rottura significativa tra la sinistra di ieri e la sinistra che spera di concretizzare un domani.
Il neo-candidato ha ufficializzato due giorni fa la sua corsa alle primarie, durante l’Assemblea Nazionale del Pd. Corallo sembra al momento sfidare sei colonne portanti del partito: Nicola Zingaretti, Francesco Boccia, Marco Minniti, Cesare Damiano, Matteo Richetti e l’attuale segretario Maurizio Martina. Una scelta coraggiosa quanto difficile, ma che forse riuscirà a farsi spazio tra le giovani generazioni e i democratici desiderosi di una ventata di cambiamento.
Idee fresche e rivoluzionarie che ardono di giovinezza, consapevoli degli errori del suo partito commessi in passato. “Forse il 4 marzo ci siamo schiantati proprio perché sono anni che non mettiamo in discussione nulla di ciò che accade intorno a noi”, afferma Dario Corallo in un post su Facebook risalente allo scorso 7 ottobre, data della Marcia per la Pace Perugia-Assisi. “È inutile che i nostri dirigenti si facciano due dei 25 km di marcia giusto il tempo di farsi la foto giusta, poi fatta girare ad arte. È inutile se poi, quando governi, vai in direzione opposta e contraria. Basta con un partito forte con i deboli e debole con i forti – prosegue il candidato – Basta con la cooptazione clientelare della classe dirigente. Basta con i notabili che con il controllo di pacchetti di tessere preservano la loro posizione indipendentemente da chi svolge il ruolo di Segretario Nazionale. La rottamazione non c’è stata: è tempo, per noi Democratici di una vera Rivoluzione”.
L’invettiva contro il virologo Roberto Burioni
Ma il giovane Dario Corallo è diventato virale per altro: si è scagliato contro il medico Roberto Burioni, icona pro-vax del web. “Occupiamoci di chi è svantaggiato, del 99% delle persone che non hanno la possibilità di far parte del ‘meglio’ della società. E non umiliamoli se avanzano dei dubbi come un Burioni qualsiasi“, ha dichiarato all’Assemblea Nazionale del Pd. Parole dure che gli son costate attacchi, critiche e offese.
Il virologo, ironizzando sulla questione, scrive su Twitter: “Un Burioni qualsiasi non me lo ha detto neanche la più inferocita delle mie ex“. Ma non si ferma qui. Su Facebook si è invece divertito a schernire l’aspetto fisico del democratico Corallo definendolo simile al riccio Napo Orso Capo, cartone animato in voga negli anni ’70. Scoppia la bufera sui social network. I seguaci del Burioni inveiscono, i democratici prendono le difese del ricciolo, i giornalisti gioiscono. Tutto in un tragicomico clima di ironia e tensione. Forse fortemente voluto, come abile e strategica mossa di comunicazione. Scopriremo in vista delle primarie se pagherà le conseguenze per questa sua clamorosa uscita o se effettivamente è riuscito a fare centro.
“Un Burioni qualsiasi” non me l’ha detto neanche la più inferocita delle mie ex. pic.twitter.com/mq4UjT9xdD
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) November 17, 2018
Ilaria Genovese