Di Pino Aprile
Molti commenti negativi all’annuncio della presenza, nella terna dei finalisti del Premio Caccuri (con il suo “La stanza dei libri”), di Giampiero Mughini, inviso al popolo del Sud, per le sue frasi contro Napoli (“Non ha identità”!) e la Sicilia, da cui dice di essere fuggito, rimpiangendo di non essere nato altrove (fosse nato a Londra, “i londrini andrebbero pazzi” per lui?).
Forse Mughini voleva solo provocare; forse, era solo il gusto di voler stupire a tutti i costi, boh! Resta che quelle cose le ha dette, mentre il friulano Zamparini, patron del Palermo, lo contestava.
Qualunque fosse la ragione, ormai Mughini è per il popolo meridionale più sensibile a questi temi, una provocazione ambulante.
In tanti hanno protestato, sul web, per Mughini a Caccuri, e qualcuno ha messo nel mirino sia il candidato al Premio che il Premio (gli altri due concorrenti sono Giulia Innocenti, con “Tritacarne”, e Antonio Padellaro, con “Il Fatto personale”). Allora, per dare a Mughini quel che è di Mughini e a Caccuri quel che è di Caccuri:
1 – Chi avesse letto il libro di Mughini, avrebbe scoperto che spende calde parole di nostalgia per la Sicilia e la sua Catania, dove vorrebbe tornare. Ma come, quando Zamparini gli aveva chiesto se, più avanti con gli anni, ci sarebbe tornato, aveva risposto, interrompendolo: “No”; e poi: “a Parigi da ragazzo mi sono detto: era qui che dovevo nascere, altro che il mare siciliano, si dicono un sacco di fesserie…”. E aveva anche rincarato parlando di “retorica meridionalista, il sole, i fichi d’India, gli alberi…, la detesto. Io sono fuggito dalla Sicilia, sono fuggito“. Quindi qual è il vero Mughini? Non lo so e, posso dire?, manco mi interessa. Fatti suoi.
2 – Quanto alle sciocchezze di Mughini su Napoli, le repliche erano più che legittime. Il tutto aggravato e reso più rovente dalla fede calcistica dei napoletani e quella juventina di Mughini. Non ci voglio entrare, cito solo per spiegare che se poi la sola apparizione di Mughini in una terna di autori genera proteste, non c’è da chiedersi perché. Come si direbbe alle elementari: ha cominciato lui!
3 – Che il Premio Caccuri sia in Calabria, in questo caso, è un puro accidente geografico. La terna dei candidati alla finalissima è frutto di azioni e selezioni che durano quasi un anno; e non è che puoi cambiare le cose all’ultimo momento, perché c’è Mughini. Non vi piace? Legittimo. C’è una polemica pregressa per quel che ha detto? Continuatela pure, legittimo pure questo: manco a me piace quel che Mughini ha detto di Napoli e, in altra occasione, della sua Sicilia.
4 – Il Premio Caccuri è una eccellenza del Sud; fondato solo cinque anni fa, da tre innamorati del proprio paese, che vi hanno investito il loro tempo, la loro passione, i loro soldi. E hanno operato così bene, che il Premio, fatto eccezionale, ha già ricevuto la Medaglia della Presidenza della Repubblica per l’alto valore culturale ed è ritenuto, dagli addetti ai lavori, il più autorevole premio di saggistica in Italia. Conosco queste persone, perché fui nella terna della prima edizione (che vinsi) e fui così colpito dalla loro correttezza, serietà e professionalità, che sono diventato un sostenitore del Caccuri, membro della giuria, e amico dei tre padri del Premio. E non succede solo a me: tutti quelli che ci sono venuti, non scherzo, sono rimasti sorpresi dalla partecipazione popolare, l’entusiasmo…, insomma, tornano sempre a Caccuri per il Premio, come me. Quindi, se si vuol polemizzare con Mughini, lo si faccia; ma il Premio, per confermarsi sopra le parti e serio, non può cambiare le terne come gli pare, né influire sul giudizio che sarà espresso sugli autori e loro opere.
5 – Quindi, riassumo: finirò di leggere il libro di Mughini e gli altri due, poi darò il mio voto a quel che è scritto e a come è scritto. Non alle idee dell’autore, chiunque sia, più o meno in linea con le mie. Lo farò per rispetto dell’impegno che ho prerso, verso il Premio, me stesso e gli autori in gara, incluso Mughini, sì, incluso Mughini (per il libro, Gianpiero, non t’allargare).
6 – Dopo di che, a Caccuri, a Mughini chiederò perché dice quelle cose e perché nel libro scrive il contrario. E, in ogni caso, si prepari, perché sui temi meridionalisti, se accetta il confronto, ho in programma di fargli il mazzo tanto. Finché quelle cose le dice un ignorante, un inconsapevole, padre perdona loro, ma lui le cose le sa. Nulla giustifica quelle parole. Ecchecavolo!