I danni da volo spaziale alla salute: pubblicati nuovi studi

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Sono anni che si indagano gli effetti della lunga permanenza nello spazio sulla salute degli astronauti ma gli studi sui danni da volo spaziale alla salute hanno sempre avuto la limitazione di non avere molti dati a disposizione.
Negli ultimi anni però con tanti equipaggi che si sono avvicendati sulla ISS con permanenze di molti mesi le cose sono cambiate.
Ora arriva notizia dall’Università di Stato del Colorado della pubblicazione di ben tre articoli scientifici su Cell da parte di un team guidato da Jared Luxton mentre conseguiva il dottorato in biologia molecolare nell’università.
In realtà questi articoli si inseriscono in uno sforzo imponente che ha coinvolto  diverse istituzioni accademiche, altri enti governativi, imprese del settore aerospaziale, per un totale di 200 ricercatori tra cui spicca il nome della professoressa Susan Bailey  della stessa USC che è una pioniera del campo avendo partecipato al celeberrimo esperimento dei gemelli insieme ad 80 colleghi di 12 università. Su vari giornali scientifici del gruppo Cell i lavori scientifici pubblicati il 25 novembre sono in totale ben 30.
Per chi non sapesse cos’è l’esperimento dei gemelli, si sono presi due esseri umani con DNA identico, cioè gemelli omozigoti, Scott e Mark Kelly. Mark rimase sulla Terra mentre Scott andò sulla stazione spaziale internazionale e vi rimase quasi un anno.
Tornando ai lavori scientifici firmati come primo autore da Luxton il suo gruppo si è concentrato sui danni da radiazioni al DNA e in particolare sull’effetto sui telomeri.
I telomeri sono come dei cappucci posti all’estremità dei cromosomi, caratteristica dei telomeri è la loro tendenza ad accorciarsi man mano che si invecchia.



I risultati delle ricerche sui danni da volo spaziale alla salute possono essere riassunti in:
_ c’è differenza negli effetti dei lunghi voli spaziali da individuo a individuo (i ricercatori hanno potuto controllare i dati di 11 astronauti, o meglio 10 astronauti non imparentati più i dati dei due gemelli, 11 o 12 soggetti per uno studio medico sembrano pochi ma considerata la popolazione ristretta di cui stiamo parlando mai in precedenza si era avuto un campione così grande);
_ gli effetti sono comunque imponenti in termini di stress ossidativo testimoniato dai cambiamenti nei telomeri;
_ se consideriamo che stiamo parlando di astronauti della ISS che quindi non sono nello spazio esterno ma in orbita bassa e quindi protetti da alcuni tipi di radiazioni è chiaro che per astronauti in viaggio nello spazio esterno per mesi o magari stazionati sulla Luna la situazione diventerebbe molto peggiore.

In generale è stato riscontrato che i telomeri una volta tornati sulla Terra si erano accorciati. I ricercatori non hanno avuto accesso a campioni di sangue dei dieci astronauti presi durante il volo solo prima e dopo, ma hanno avuto accesso a quelli di Scott Kelly e hanno verificato che i telomeri nello spazio si erano allungati e poi si sono accorciati al ritorno a Terra. In pratica questo testimonia un grande stress ossidativo provocato dalle radiazioni, l’allungamento dei telomeri nello spazio dimostra proprio come il DNA nelle cellule degli astronauti fosse “sotto attacco” mentre l’accorciamento una volta tornati a Terra vuol dire che letteralmente sono invecchiati (perlomeno dal punto di vista cellulare) più velocemente, Fra gli altri effetti rilevati numerosi casi di inversione cromosomica (una mutazione dei cromosomi) e altri mutamenti nella popolazione cellulare.

Roberto Todini

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