Dana Lauriola, attivista del movimento No TAV, è chiusa in carcere dallo scorso 17 settembre. Dovrà scontare una pena di due anni presso Le Vallette di Torino per aver preso parte a una manifestazione pacifica nel 2012.
“Violenza privata” e “interruzione di servizio di pubblica necessità”
Questi i capi di accusa che gravano su Dana Lauriola, in seguito alla sua partecipazione alla manifestazione pacifica del 3 marzo 2012. In quell’occasione 300 attivisti bloccarono – per circa 20 minuti in totale – il casello stradale di Avigliana sull’autostrada Torino-Bardonecchia. Permisero così ai veicoli di passare senza pagare il pedaggio.
Nello specifico, la colpa di Dana Lauriola sarebbe stata quella di parlare al megafono durante la protesta.
Il movimento No TAV
La manifestazione del marzo 2012 si inseriva tra una serie di iniziative del movimento No TAV, in opposizione ai lavori per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Il movimento porta avanti dagli anni ’90 motivazioni ambientaliste e di politica sociale. Infatti, si oppone allo smantellamento del patrimonio naturalistico costituito dalla valle in sé e all’esproprio di case e terreni dei suoi abitanti. Posizioni considerate scomode negli anni da tutte le forze politiche italiane, interessate a mantenere i rapporti con molteplici aziende multinazionali per un progetto di realizzazione di infrastrutture di così grande portata.
I fatti del 2012
Il 27 febbraio 2012, pochi giorni prima della manifestazione incriminata, il governo Monti aveva autorizzato a portare avanti i lavori per la linea Torino-Lione. Il leader No TAV Luca Abbà, per protesta, si era arrampicato su un traliccio, da cui era caduto in seguito a una scossa elettrica, riportando lesioni gravissime.
Nonostante questo clima di tensione, la protesta del 3 marzo era rimasta assolutamente pacifica. I danni economici per la società che ha in concessione il tratto autostradale Torino-Bardonecchia equivalgono a circa 700 euro. Hanno già risarcito questa somma Dana Lauriola e altri imputati, tra cui Nicoletta Dosio, attivista 74enne rinchiusa nel carcere di Torino dopo essere stata accusata per la partecipazione alla stessa protesta del 2012 (aveva retto un pericoloso striscione!) e aver rifiutato i domiciliari.
Una condanna assurda
Dana Lauriola è stata prelevata dalla sua abitazione con un blitz notturno e reclusa in carcere per due anni. La pena minima per i suoi capi d’accusa è di soli 15 giorni. Il Tribunale di Torino ha rifiutato di imporre una pena alternativa perché Dana non si è dissociata dal movimento No TAV e in questi anni ha continuato a vivere in Valsusa.
Nel contesto di una procedura giudiziaria assurda, questi ultimi pretesti sono forse l’aspetto più preoccupante della vicenda. Il Tribunale di Torino non ha condannato un atto violento (quelli sembra siano puniti solo in casi eccezionali), ma la libertà di pensiero e addirittura la scelta di vivere nel proprio territorio (ormai bollato come un covo di pericolosi anarchici).
Alla vigilia delle udienze di altri 10 attivisti coinvolti nella protesta del 2012, il provvedimento del Tribunale di Torino assume i connotati di atto intimidatorio. L’incarcerazione di Dana Lauriola è inaccettabile e sicuramente le sue vicende giudiziarie non finiranno qui, come promettono gli attivisti le stanno manifestando solidarietà.
Serena Emilia Di Salvatore