Cinquant’anni fa le Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo costituirono per la prima volta un corso di studi universitari all’interno della facoltà di Lettere e Filosofia. Nato come un esperimento, in mezzo secolo ha contato decine di migliaia di studenti
Era il 1971 quando il grecista e membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione Benedetto Marzullo ideò un corso universitario che comprendeva diversi settori dell’industria culturale come lo spettacolo, il cinema, la musica e altro. Nasceva così il Dams, corso da sperimentare ma che avrebbe avuto subito un enorme successo. Tra le cattedre personaggi come Luigi Squarzina, Renato Barilli e anche Umberto Eco.
La prima università ad accogliere queste nuove discipline fu Bologna; si aggiunsero poi altri atenei come quello di Torino, Roma, Firenze.
Il Dams negli anni
Pur ricevendo moltissime polemiche, il Dams ottenne subito notorietà attirando studenti da tutt’Italia. “I primi studenti erano 115, diventarono 3.500 a fine decennio” racconta Eugenia Casini Ropa, una delle prime matricole che sarebbe poi stata la prima insegnante di Storia della danza e del mimo.
La creazione di questo nuovo corso avrebbe poi portato alla luce nuove lauree magistrali come Arti visive, Discipline della musica e del teatro, Cinema e altre.
Le discipline non sono affrontate in modo uguale in ogni ateneo (generalmente gli indirizzi sono quattro: Arte, Musica, Cinema e Teatro, a Torino si aggiungono anche Televisione e Nuovi media) e negli anni si sono adeguate ai continui cambiamenti dati dallo sviluppo tecnologico e culturale.
L’intervento di Umberto Eco
Il contributo di Umberto Eco fu fondamentale per la formazione dell’Alma Mater Studiorum di Bologna. Egli partecipò alla fondazione del Dams e istituì personalmente, nel 1992, il primo corso di laurea in Scienze della Comunicazione assumendone la direzione. Lo ricorda con affetto il collega Luciano Nanni, professore di Estetica a lui contemporaneo:
Furono gli anni più belli della mia vita. Eravamo grandi amici, ma avversari sul piano scientifico, furono 15 anni di grandi battaglie. L’eredità del Dams? L’invito a prendere coscienza dei meccanismi che ci possono impedire di dire quello che vogliamo, non si può fare a meno di una coscienza della logica dei segni.
Dams, un corso in cui non tutti credevano
Al momento della fondazione, Marzullo era cantato dalla contestazione come “fra’ Marzullo campanaro din don Dams”.
Il Dams, come altri eventi, è legato a un momento storico. Se questo momento storico ha progredito, si è evoluto ed è scomparso anche Il Dams evidentemente non ha ragione di essere (…). È l’università che non è riuscita a crescere, non il Dams ma l’università. Quella di Bologna in particolare.
Se questa era l’opinione dello stesso Marzullo, il Dams bolognese ha avuto modo di riscattarsi dai diffidenti con una vigorosa partecipazione e opinioni positive da parte degli studenti.
Un corso di studi che supporta un settore in gravi difficoltà, ma che aspetta solo l’occasione di una ripresa per rendere omaggio a un lavoro durato cinquant’anni.
Katherina Ricchi