Dalle stazioni della metropolitana di Torino: buon viaggio e lunga vita alla poesia!

Flickr.it

Le stazioni… oh, adoro le stazioni, dei treni come della metropolitana.

Quando mi ritrovo al loro interno, mi risulta difficile anche tenere il capo chino sul libro e leggere: mi piace guardarmi in giro, osservare i volti di chi le percorre in su è in giù, di chi attende, di chi si innervosisce, di chi corre, di chi si arrende davanti al binario vuoto mentre il treno o la metro si allontana, di chi si precipita ad accogliere, di chi saluta, di chi cerca la sua corsa (o la sua fuga o il suo ritorno) sulla schermata, di chi sfoglia il giornale, di chi morde il panino, di chi indica a bambini e a bambine i treni o le metro che arrivano… le stazioni hanno una loro filosofia, una loro poesia.

Per questo, l’iniziativa Metro Poetry rende onore alla stazione della metropolitana di Torino: dagli altoparlanti non verrà trasmessa solo musica ma anche degli splendidi versi poetici tra cui quelli di Shakespeare, di Whitman, di Prévert, di Rimbaud, di Foscolo, di Leopardi, di Baudelaire e di Neruda.

L’associazione culturale Yowras (Young Writers & Storytellers) è la mente ideatrice di questa originale e bellissima iniziativa: perché la poesia è memoria, è emozione, è nostalgia ed è quello che non si è potuto o voluto dire… prima che lei o lui salisse sulla metro; la poesia è la celebrazione, come direbbe il grande Walt Whitman, di chi la scrive e di chi la ascolta e di chi la rende propria, la poesia è l’amore esaltato da Pablo Neruda e l’inquietudine descritta da Rimbaud; la poesia è la bellezza di Baudelaire e la tragedia di Shakespeare… e come rifiutare la compagnia di questi (ed altri) artisti durante l’attesa, nel momento della partenza o in quello dell’arrivo? Come riuscire a non conferire al proprio viaggio (seppur breve) il titolo o il verso di una delle diciannove opere poetiche scelte dalle case editrici (Guanda, Adelphi, Giunti e Newton Compton) che hanno accolto l’idea?

Chi legge lo sa che il ricordo di ogni viaggio corrisponde a quello di un libro e viceversa: in tutte le stazioni della metropolitana di Torino, sarà la voce di otto persone a concedere un’emozione, un ricordo.

Perché la poesia, così come il viaggio, cambia in base alla persona e al suo stato d’animo. Chiudere il libro o metter via il giornale e lasciarsi andare alla sua bellezza, potrà consistere anche in un buon motivo per prendere la metro anche quando non se ne avrà voglia.

Buon viaggio, quindi, e lunga vita alla poesia!

 

Deborah Biasco

Exit mobile version