La giustizia vera è “Dalla parte del torto”: il nuovo libro di Tomaso Montanari

Da un pezzo me ne sono accorto.
La ragione è sempre
dalla parte del torto.

Giorgio Caproni

Queste sono le parole con cui si apre “Dalla parte del torto“, l’ultimo libro di Tomaso Montanari edito da Chiarelettere, e sono quelle di un poeta, insostituibili quando si tratta di fotografare senza rivali la realtà. Una voce fuori campo che rompe la continuità omertosa del “è così che deve essere” così diffuso nel nostro tempo.

Il libro è un dottissimo pamphlet, nato dall’esigenza di dare una risposta alla crisi politica e culturale che stiamo vivendo in Italia. La crisi, secondo l’autore, trova la sua causa più intima in un lungo ma costante processo di deumanizzazione dei diversi e di affossamento della dignità dell’uomo di fronte al dio denaro. Caproni è solo il primo di una lunga serie di studiosi, politici, statisti che arricchiscono di idee questo libro, un vero e proprio florilegio di pensieri.

Il nostro sistema sociale ed economico non è più compatibile con i diritti umani e queste pagine costruiscono una sincera esortazione a non rimanere indifferenti, a smettere di credere che tutto ciò che esiste è naturale che esista, come ha detto Gramsci. Montanari, infatti, come il grande statista del ‘900, dapprima studia meticolosamente la realtà nei suoi rapporti causa-effetto, e poi propone una via d’uscita. Non utopistica, bensì l’unica via possibile. Un mondo giusto è un mondo in cui il fine della società è la felicità comune. Per pensare e operare davvero secondo giustizia, bisogna porsi dalla parte dei più poveri, come ogni sinistra dovrebbe fare nel suo programma politico. Ovvero, dalla parte del torto, poiché nei secoli i poveri, insieme agli stranieri, sono stati la categoria più bersagliata nella società.



Come l’ideologia di destra è arrivata a dominare la mentalità italiana

Insomma, qualcosa sarà andato storto in questi anni. Gli antichi ideali di Libertà, Fraternità e Eguaglianza animano la riflessione, che riconosce come questi non appartengano più alla sinistra italiana, o almeno non alla sua rappresentanza politica riconosciuta. La sinistra si è appropriata dei modi di fare della destra e questo ha preparato il terreno all’egemonia culturale della destra xenofoba e razzista in Italia.

Per tornare a parlare di questione ambientale, delle donne, dell’immigrazione in termini di vera sinistra occorre quindi che la sinistra riscopra sé stessa, attraverso quella rappresentanza popolare che tanto le manca adesso: se i ceti più umili si distanziano dalla politica, questa continua a essere gestita a favore dei più ricchi. Libertà di partecipare alla vita politica, Fraternità con la Terra, Eguaglianza di ricchi e poveri di fronte a una società giusta. Ma perché la giustizia è condannata a essere dalla parte del torto?  Perché il potere, quello che stabilisce chi ha torto e chi ha ragione, ha come unico fine il potere e non la giustizia, tant’è che espropria quest’ultima dei suoi mezzi:

Oggi c’è molta legalità di facciata, che non ha alcun legame con la giustizia. C’è il rischio di fare della legalità un idolo, uno strumento di potere e non di giustizia.

Luigi Ciotti

C’è una speranza alla fine dell’invettiva contro la classe politica: la nostra capacità di insorgere

Montanari dà voce a quella consistente parte dell’elettorato deluso dalla sinistra italiana e quindi datosi all’astensionismo. La coscienza del tradimento da parte della sinistra si manifesta in tutta la sua amarezza, nonostante ciò si avverte un’animosità tale nella spinta a reagire, al punto che è davvero impossibile restare indifferenti. Ogni grande conquista per essere tale deve partire dal basso, come è sempre avvenuto. Ed è agli umili che è rivolto questo libro: infatti, nonostante la sua carica culturale, è accessibile a tutti, dimostrando che la sinistra è ancora capace di porsi vicino al popolo e di esprimersi in modo chiaro, comprensibile e semplice. In questo modo sfata le argomentazioni di Salvini e simili, secondo i quali chi parla di cultura e di tradizione, parla di aria fritta.

L’autore si inserisce in quella tradizione di uomini politici e studiosi che periodicamente hanno rianimato il senso della giustizia e della rivolta comune, facendosi portavoce di un malcontento generale, che nessuno pensa valga la pena di esprimere.

Francesca Santoro

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