Dal seggio al peggio e non c’è spareggio

Dal seggio al peggio e non c’è spareggio

Seggio elettorale nel 1948, fonte la Stampa

Dal seggio al peggio e non c’è spareggio

Ci sono varie considerazioni da fare su questa giornata elettorale, e tutte tristi come la fame. Però c’è una grande affluenza alle urne, e questa è forse l’unica cosa buona, almeno fino a quando non sapremo i risultati.

A Milano una coraggiosa Femen si mostra a torso nudo nel seggio elettorale davanti a Berlusconi urlando: “Silvio, sei scaduto!” L’ex cavaliere -ricordiamolo, condannato sino al 2019 – non fa una piega (non può… altrimenti gli si smollano tutti gli sfinteri) e le regala un palo da lap dance scritturandola per Striscia la Notizia.

A Palermo si ritrovano schede elettorali “difettose” e lo capiscono solo a tarda notte. La cosa è strana però – come sempre – non puzza, visto che in genere le schede vengono controllate e validate tramite timbratura la sera prima, ma nessun problema! Si ritarda l’apertura dei seggi di un paio d’orette e se ne stampano “fresche, fresche” di nuove. Speriamo solo che per recuperare il tempo perduto non le abbiano stampate già “votate”.

Fuori dal seggio elettorale gira sempre gente strana, quella che ti fa il discorso sul voto utile. E’ vero, non fate gli gnorri! Se dite di non averli incontrati vuol dire che a rompere i cogli**i all’elettore siete voi!

Soffermandomi un po’ con questi ruffiani quinquennali ribadisco che un voto diventa inutile quando si insiste nel dichiarare che è necessario il “cosiddetto” voto utile.  Insomma, se non si è liberi di mettere una croce dove ca**o ci pare nel segreto dell’urna … dove? Se ogni singolo cittadino si fa condizionare dall’idea di non disperdere il voto va a finire che qui si votano sempre gli stessi! No? Infatti la nostra Repubblica è abitata dalla noia da sempre. Ogni novità diventa stantia nel giro di cinque o sei legislature. E che tristezza! Mai un po’ di verve, di energia! Alcuni ce li hanno persino imbalsamati davanti agli occhi e li votiamo ancora! Non dico per spirito democratico ma almeno per senso estetico … mettete un minimo di fantasia al potere!

Però va detta una cosa: la democrazia negli ultimi trent’anni lavora paradossalmente bene – in nome del Kitsch a quanto pare – ma alla perfezione.

Dalla seconda Repubblica in poi ci è stato detto che il “politichese” era morto, che doveva governarci l’uomo comune, quello che parlava come mangiava (anche se parla sempre con la bocca piena!), e da allora noi abbiamo messo al potere il nostro simile, l’uomo medio… o quello che si spacciava per tale.

Insomma abbiamo votato allo specchio e avevamo di fronte tutte le nostre furbizie, i nostri interessi, le nostre paure. Poi l’uomo comune, l’uomo medio, ha iniziato inevitabilmente a deperire … e noi con lui.  L’uomo medio in fretta è diventato l’uomo mediocre: uno che galleggia, fa politica alla giornata, che predica sgrammaticato ma razzola da Dio, che promette mari e monti perché sa che con questa legge elettorale non potrà mai governare da solo, è consapevole che dovrà scendere a compromessi proprio con i suoi nemici dichiarati, coloro che insultava sino al giorno prima, quindi a loro darà la colpa dello stallo, mai a se stesso, come fanno tutti gli uomini mediocri.

Sapere in anticipo a chi dare la colpa offre un vantaggio eccezionale, ci permette di costruire un alibi in anticipo.

Però sta accadendo qualcosa di inaspettato e pericoloso. Coloro che votiamo non sono più simili a noi … neanche nel peggio. Questi giocolieri del nulla regrediscono ad una velocità maggiore rispetto al regredire inesorabile del sistema che li sostiene e li elegge. Essi sono la massima e più alta espressione di una società ormai decadente, dove il peso di ogni privilegio che ottengono è sempre più gravoso quanto instabile. Insomma se noi non siamo una bellezza loro sono già l’orrido, se noi non siamo proprio dei campioni di onestà, loro sono già da tempo dei ladri.

Lo specchio nel quale credevamo di rifletterci è deforme. Tutto questo a lungo andare non potrà non esploderci in faccia; ci resta solo da capire quanto farà male. Poi, con calma, qualcuno a cui dare la colpa delle nostre scelte – potete star certi – prima o poi lo troveremo.

seggio elettorale nel 1948, fonte La Stampa

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