I dati Istat lo confermano: sono i nonni il primo sostegno delle famiglie italiane.
Nel 60,4% dei casi, sono i nonni ad occuparsi dei bambini di età inferiore ai 2 anni quando entrambi i genitori lavorano. Il dato si innalza al 61,3% per bimbi tra i 3 e i 5 anni per abbassarsi solo al 47,1% nel caso di età superiore ai 5 anni. Non deve stupire, dunque, che dal bonus baby-sitter si sia presto deciso di passare al “bonus nonni”.
A seguito dei provvedimenti dovuti all’emergenza Coronavirus, le prime istituzioni a chiudere sono state quelle scolastiche. I servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine si sono fermati generando difficoltà all’interno delle famiglie. Gestire la situazione di pericolo, le novità dello smart working, e conciliare il tutto con la cura dei figli non è stato semplice.
È nel tentativo di andare incontro alle esigenze delle famiglie che il decreto Cura Italia del 17 marzo 2020 aveva istituito congedi parentali per i genitori con figli di età inferiore ai 12 anni. I congedi potevano interessare un lasso di tempo continuativo o frammentato ma sempre della durata massima di 15 giorni. Alternativamente, c’era la possibilità di usufruire di bonus per servizi di baby-sitting.
Il Decreto rilancio del 19 maggio ha, poi, aggiunto la possibilità di optare per un campo estivo al posto del servizio di baby-sitting. Ma la reale novità chiaritasi oggi, 29 giugno, è quella che riguarda la possibilità di destinare il vaucher (del valore dai 600 al 1200 euro) ai nonni o, più in generale, ai familiari dei bambini interessati dai decreti.
La circolare dell’Inps numero 73 pone una sola clausola: il familiare a cui vengono affidate le cure del bimbo non deve risiedere nella stessa casa della famiglia che avanzerà domanda. La procedura per richiedere il “bonus nonni” passa attraverso il portale Inps e deve essere seguita attentamente, pena la cancellazione del bonus.
È necessario che si registrino presso il portale tanto i genitori richiedenti il bonus quanto chi svolgerà mansioni di babysitteraggio: ossia i nonni. Per compilare la domanda occorrono le proprie credenziali e dovrà essere indicata la formula con la quale si desidera ricevere la somma del vaucher. Se l’Inps accetterà la domanda, il genitore riceverà il bonus entro 15 giorni sul proprio Libretto di Famiglia. A questo punto, entro e non oltre 15 giorni, sarà obbligatorio entrare nel proprio “portafoglio elettronico” e destinare il vaucher al baby-sitter/nonno/familiare. Se ciò non verrà fatto entro 15 giorni dalla ricevuta di accoglimento della domanda, il bonus verrà di fatto cancellato.
Nella fase acuta del Covid, il lockdown ha impedito a molti nipoti di abbracciarsi al collo dei nonni e di passare con loro il consueto tempo insieme. La ricerca di baby-sitter o altre figure professionali che potessero aiutare con i bambini è stata complessa. Le paure di ogni genitore nell’affidare il proprio figlio a un estraneo si sommavano allo spavento generato dalla situazione d’emergenza. I nonni, querce fortissime agli occhi dei loro nipotini, diventavano delicati soggetti da preservare per la società intera.
Questo decreto apre un nuovo interessante scenario. Non solo riconosce ai nonni un valore reale per l’aiuto svolto per figli e nipoti ma, dopo mesi di separazione, permette e addirittura legittima un ricongiungimento. La retribuzione passa in secondo piano; al centro c’è il recupero del tempo perduto tra nonni e nipoti. Al di là della presenza di un “bonus nonni”, che due generazioni tornino a parlarsi rappresenta sempre una ricchezza dal valore incommensurabile.
Martina Dalessandro