Un team di geologi guidato da James Day dell’Istituto Scripps di Oceanografia presso l’Università della California ha pubblicato su Science Advances un articolo in cui danno conto di uno studio effettuato presso il celeberrimo (forse per qualcuno famigerato) Trinity Site, cioè il poligono dell’aviazione nel deserto Jornada del Muerto (nomen omen) in New Mexico che aiuta a fare luce su alcuni misteri relativi alla fase di formazione della Luna confermando le ipotesi degli studiosi.
Che cosa ha scoperto lo studio
L’esplosione nucleare, pur essendo molto piccola rispetto alla potenza degli ordigni moderni (particolare inquietante visto quanto sto per scrivere) trasformò la sabbia desertica, tutto attorno per un raggio di 350 metri, in un composto vetrificato radioattivo di colore verde a cui è stato dato il nome di trinitite. L’intuizione di Day e del suo team è stata che, pur relativamente piccola, l’esplosione attorno a ground zero comportò temperature e pressione comparabili alle condizioni della formazione della Luna (la Luna si è formata da un devastante impatto planetario tra la proto-Terra e un corpo delle dimensioni di Marte).
Il mistero principale su cui volevano indagare è: se la Luna si è formata dalla stesso materiale di cui era formata la proto-Terra perchè lo zinco, comunissimo sul nostro pianeta, è assente o quasi sul nostro satellite naturale?
La risposta al quesito
Il titolo dello studio è “Evaporative fractionation of zinc during the first nuclear detonation” c’è bisogno di tradurlo? Il team era interessato allo zinco non solo per se stesso ma perchè essendo piuttosto volatile a certe temperature (ma certo meno dell’acqua) è un buon indicatore per altri composti volatili, se è andato via lo zinco figuriamoci gli altri! e quindi ecco spiegata la loro assenza sulla Luna.
Il risultato è stato che nel nella trinitite lo zinco diminuisce man mano che ci si avvicina al cuore dell’esplosione. Ulteriore controprova del fatto che lo zinco prima era presente come in qualsiasi altro posto sulla Terra e che sia evaporato per via dell’esplosione nucleare è che il poco zinco rimasto è composto essenzialmente degli isotopi più pesanti (che evaporano meno facilmente).
In pratica lo studio di questi geologi è una conferma che le interpretazioni fatte studiando i campioni di rocce lunari riportate dalle missioni Apollo e in particolare le tracce di perdite di volatili presenti in tutti i campioni, vanno nella giusta direzione.
Roberto Todini
Molto interessante