Da Mamma Rai a magna Rai
Parlare della Rai è sempre facile … è un po’ come sparare sulla Croce Rossa.
Appena a marzo scorso la retorica di Renzi era caricata a pallettoni: “basta partiti politici dalla Rai!” Ma come volevasi dimostrare ci siamo ritrovati davanti alla solita spartizione di poltrone.
Dalla #voltabuona alla #solitasolfa! Poveri partiti, non sapevano come fare e presi dalla fretta sono andati addirittura a ripescare la legge Gasparri, uno scempio condannato anche dalla Corte Europea di Giustizia perché “contraria al diritto comunitario e non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi”. Sembra proprio che il nuovo che avanza necessiti del vecchio che stagna!
In attesa di un presidente che “non la mandi a dire ma che lo fa fare”, le forze politiche si sono così divise le poltrone: al Pd tre membri: Borioni, Guelfi e Siddi, a Forza Italia due: Diaconale e Mazzuca, per Ncd Messa e a sorpresa passa anche il nome dei Cinque Stelle e Sel, Carlo Freccero. In fondo la figura del ribelle ridotto al silenzio fa tanto tristezza quanto comodo, sembra dare quella minima e sbiadita nota di colore democratico al tutto. Ma giusto un po’, qualcuno dovesse crederci davvero?
Fuori Ferruccio De Bortoli, reo di esser stato presentato dalla minoranza Dem e, soprattutto, di aver osato criticare più volte Matteo Renzi.
Menzione speciale per Guelfo Guelfi, responsabile della campagna comunicativa di Renzi. Per dirla breve lo spin doctor inventore dei suoi hashtag che non hanno spopolato su Twitter neanche per sbaglio , degli slogan sferzanti alla “MondialCasa ti aspetta”, incisivi e rivoluzionari come le pubblicità del Palazzo del Mobile di Casal Monte Tarallo e del Regno della Sposa di Curtulano Maggiore – a soli tre chilometri dall’uscita sud della variante 39. Un grande innovatore insomma! E poi è giusto così, l’amico del Presidente del Consiglio da piazzare è un classico, una tradizione … porta pure sfiga romperla!
Dunque “La spartizione è servita”, come ha commentato L’Unione sindacale dei Giornalisti Rai (Usigrai), che ha sottolineato come la “partitocrazia ha vinto ancora una volta”.
Una novità che sembra non dispiacere neanche ai 5 stelle consiste nel nome che circola per la carica di Direttore Generale, quello di Antonio Campo Dall’Orto, fondatore di Mtv. L’asso nella manica di Renzi per mettere “sotto un bel tappeto nuovo” tutta la polvere accumulata negli anni.
Ma come sempre speriamo di sbagliarci: il nuovo che avanza a volte arranca, altre latita, spesso deve cedere il passo al clientelismo, ma arriverà. Cerchiamo di essere fiduciosi e non gufiamo. Ma se non dovesse succedere sapranno sicuramente a chi dare la colpa; questa è una certezza! Non sarà stato il governo a non lavorare ma l’Italia a non voler cambiare”.
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