Sono aperte le porte, già dal 26 settembre 2014, della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini, in collaborazione con il Ministro dei Beni Culturali, per la presentazione della straordinaria mostra che si protrarrà fino al 15 febbraio 2016.
travelnostop.comUn omaggio importante alla grande stagione del Barocco italiano, ma soprattutto un vero e proprio atto di riconoscimento nei riguardi di Sir Denis Mahon, difensore dei musei pubblici, considerato uno fra i pochi collezionisti del Barocco italiano ad essere anche un esperto in storia dell’arte, scomparso nell’aprile 2011 e che aveva desiderato per il suo centesimo compleanno un percorso espositivo ricco di capolavori assoluti.
Un desiderio che si realizza per Sir Denis Mahon, ma anche per tutti gli appassionati della stagione del Barocco. L’esposizione comprende 45 capolavori, alcuni appartenenti alla collezione del grande storico londinese, altri provenienti dall’Hermitage Museum di San Pietroburgo. Al lavoro di questo straordinario critico che dedicò tutta la sua vita allo studio del Barocco, dobbiamo la riscoperta dell’arte italiana di quel periodo e la valorizzazione dei capolavori assoluti di quegli artisti che saranno i protagonisti di questa eccezionale mostra: Guercino, Caravaggio, Guido Reni, Annibale Carracci e molti altri, nonché le due grandi battaglie, capolavori di Nicolas Poussin, che fino ad oggi non era stato possibile vedere insieme.
I magistrali chiaroscuri del Caravaggio lo hanno reso senza dubbio uno dei pittori più celebri al mondo; i maestri del Seicento italiano sono stati, probabilmente, i migliori interpreti di questi effetti che riempiono le sale di Palazzo Barberini. Caravaggio cominciò ad utilizzare profondi sfondi scuri per far sì che i volti dei suoi personaggi apparissero come illuminati da un riflettore, creando degli effetti potenti e drammatici.
In merito all’uso di questa particolare tecnica di ombre, sono state fatte diverse ricerche da parte dello Studio Arts Centers International di Firenze. Si sostiene che Michelangelo Merisi avesse trasformato il suo studio in una camera buia in cui il solo mezzo d’illuminazione era un foro sul soffitto da cui filtrava la luce che illuminava i suoi modelli. Successivamente, ne proiettava l’immagine su tela attraverso uno specchio e una lente. Inoltre, gli studiosi rivelano che Caravaggio usava sostanze chimiche che trasformavano le sue tele in una sorta di pellicole. Sulle tele di Caravaggio, infatti, sono stati ritrovati sali di mercurio. Si suppone che queste sostanze siano state ricavate da lucciole schiacciate; una tecnica molto usata all’epoca per creare effetti speciali.
Dunque, questa sua preparazione composta da elementi sensibili alla luce, permetteva di fissare l’immagine su tela per diversi minuti, e nell’oscurità del suo studio, l’artista abbozzava l’immagine che veniva proiettata.
Per immergersi completamente nella realtà barocca, la Galleria Nazionale metterà a disposizione i Google Glass, degli occhiali che offriranno contenuti audio e video extra e grazie ai quali sarà possibile visitare la mostra con l’aiuto della realtà aumentata.
Ebbene, un intreccio tra realtà e virtuale che offriranno un racconto diverso e particolare dell’età barocca. Un viaggio nel mondo dell’arte del 17° secolo che vale la pena di vivere.
Giulia Attanasio