Da dove viene il petrolio dell’India? La domanda nasce spontanea, in quanto il paese risulta essere il primo esportatore mondiale di greggio e gas naturale verso l’Europa, secondo quanto riportato da Bloomberg, ma senza disporre di riserve proprie. Nel nostro continente, sembra che pochi si chiedano quale sia la provenienza di queste risorse, o forse se lo chiedono, ma hanno altre priorità.
Il petrolio dell’India non è indiano
Secondo Bloomberg l’India è il primo esportatore al mondo di gas naturale, petrolio e prodotti derivati da esso verso l’Europa. Una notizia che normalmente non desterebbe alcuno stupore, se non fosse che il paese non dispone di riserve proprie. La domanda allora sorge spontanea, da dove viene il petrolio dell’India?
Nonostante sia uno dei paesi più estesi al mondo per superficie terrestre (è al settimo posto con 3,3 milioni di chilometri quadrati), l’India non ha un territorio ricco di minerali e, più in generale, di risorse naturali. Se si contano petrolio, acqua, gas e legname non è nemmeno tra i primi venti paesi al mondo. Allora come fa ad esportare così tante risorse verso il nostro continente? Semplice, con l’aiuto della Russia.
Nonostante la Russia sia stata colpita dalle sanzioni, fallimentari, imposte dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, questa non ha smesso di esportare le sue risorse naturali. Anzi, in alcuni casi ha addirittura aumentato gli export. Non potendo esportare direttamente il suo greggio in Europa, Mosca ha trovato strade più convenienti per esportare risorse ed evitare le sanzioni, e una di queste è facendole passare dall’Asia.
Cina e India hanno iniziato infatti ad importare grandissime quantità di petrolio dalla Russia, in modo sia da sopperire alle loro mancane di risorse naturali sul territorio (la Cina è il quinto produttore al mondo ma è anche il secondo consumatore), sia da poter esportare verso l’Europa ciò che importano. Così facendo le sanzioni imposte a Mosca non danno nessun effetto significativo ma non vi è nemmeno una carenza con conseguente rialzo dei prezzi.
Il petrolio dell’India non è altro quindi che petrolio russo importato nel paese ed esportato in Europa. A inizio 2023 l’export di carburanti verso il Vecchio continente da parte dell’India è salito del 266%, grazie al boom di barili di greggio importati dalla Russia: nel 2021 erano 35mila al giorno, a inizio 2023 oltre 2 milioni. In India il prodotto russo viene raffinato, lavorato e poi esportato verso quei paesi europei che ne fanno domanda, in primis l’Olanda.
Le cifre
Il dato non si è fermato ai 2 milioni di barili al giorno, ma è cresciuto a dismisura. Nell’aprile del 2023 l’India importava più di 63 milioni di barili di petrolio al giorno dalla Russia, contro gli 1,7 milioni di gennaio 2022. In pratica, dalla guerra in Ucraina la quota di petrolio russo importato in India rispetto al totale delle importazioni è aumentato dallo 0,2% al 36,4% solo nel 2023. Un dato che rende lampante quale sia la provenienza del petrolio dell’India.
Per quanto riguarda le esportazioni verso l’Europa di gas, petrolio e suoi derivati, l’India a gennaio 2022 esportava 1,1 milioni di barili al giorno, nel 2023 si è arrivato a 7,4. Ad oggi, oltre il 30% del gasolio che viene importato dall’Unione Europea proviene dall’India, acquistato soprattutto da Francia, Belgio e Olanda.
Tutti sanno quindi da dove arriva il petrolio dell’India ma nessuno fa niente. Perché è vero, l’Europa paga a Nuova Delhi il greggio, ma questa lo compra dalla Russia. I soldi europei alla fine finiscono per alimentare le casse di Mosca e sappiamo bene dove stanno convergendo gran parte delle risorse russe. Di fatto, la guerra in Ucraina sta venendo alimentata anche dai soldi che i paesi dell’UE pagano all’India per il “suo” petrolio.
La coerenza non è mai stata il punto forte della classe politica, però sembra oltremodo assurdo che si manifesti sostegno all’Ucraina e si impongano sanzioni alla Russia dallo scoppio della guerra, per poi andare a sovvenzionare Mosca in maniera più o meno diretta attraverso il “petrolio dell’India”.