Si chiama Huang Qi, ha 56 anni ed è il primo cyber-dissidente cinese a finire in carcere. L’uomo è un attivista digitale che nel 1998 ha fondato 64 Tianwang, il primo sito web cinese dove si denunciano le violazioni dei diritti umani che avvengono nel Paese.
Il cyber-dissidente Huang Qi è stato condannato dal Tribunale popolare cinese a 12 anni di carcere. Si tratta del primo caso nella Storia della Cina. L’uomo è accusato di di aver “divulgato segreti di stato” e di aver “consegnato illegalmente segreti di stato a entità straniere”.
Con questi capi d’accusa è stato condannato a 12 anni di prigione, la privazione dei diritti politici e una multa di 20.000 yen.
Il suo impegno nel rivelare al mondo il lato oscuro della Repubblica Popolare Cinese è notevole. Il portale 64 Tianwang viene aggiornato continuamente con episodi di corruzione, ingiustizie e violenze perpetrate ai danni dei cittadini cinesi da parte delle autorità. Ma anche notizie di cronaca locale non coperte dai media nazionali per i più svariati motivi.
Il nome del sito è un tributo alle proteste di piazza Tienanmen del 1989. Nella primavera di quell’anno infatti migliaia di cinesi sono scesi in piazza a Pechino e in altre città per manifestare contro la repressione della libertà d’espressione e dei diritti umani attuata dal regime. Contro di loro il Governo ha usato il pugno di ferro e l’esito è stato drammatico: migliaia di morti e feriti e altrettanti dissidenti arrestati.
I precedenti arresti e i problemi di salute
Non è la prima volta che il Governo ‘punisce’ Huang Qi. Era stato già condannato al carcere nel 2003 e nel 2009 per “crimini informatici”. In totale ha già trascorso ben 8 anni in prigione.
La sua famiglia è molto preoccupata perchè il signor Qi ha 56 anni e soffre di problemi al cuore e pressione alta. Condizioni di salute che la detenzione non farebbe altro che aggravare. Per questo i parenti e le associazioni internazionali chiedono al Presidente Xi Jinping di graziarlo e concedergli la libertà. Anche Amnesty International si è opposta a questa sentenza che definisce “una vera ingiustizia”.
Cosa si intende per cyber-dissidente
Un cyber-dissidente è un giornalista o un blogger che pubblica notizie critiche verso un governo o un regime. La sua presenza è importante e necessaria soprattutto in quei Paesi dove la libertà di stampa e di espressione è compromessa e il Governo detiene il controllo totale dell’informazione. Qui le voci fuori dal coro sono messe a tacere, a volte anche con metodi violenti e aggirando la censura i blogger e i giornalisti liberi mettono a rischio la propria incolumità.
Huang Qi rientra perfettamente in questa categoria. Il suo contributo alla difesa della libertà di informazione online è stato tale da convincere la Ong RSF ad assegnargli il Cyber-Freedom Prize nel 2004.
La libertà di stampa in Cina
Reporter Senza Frontiere è un’organizzazione non governativa che da anni si occupa di analizzare la situazione della libertà di stampa in tutto il mondo assegnando un punteggio e un colore ai diversi Paesi.
Più è scuro il colore più lo Stato in questione viene considerato pericoloso per i giornalisti. In Cina il potere è in mano a un regime comunista dalla Rivoluzione del 1949 . La libertà di stampa non esiste, infatti i pochi giornalisti critici sono perseguitati o detenuti in condizioni disumane.
La Repubblica Popolare Cinese si posiziona quindi nella zona nera, in fondo alla classifica, al posto numero 177 su 180 Paesi. Ciò vuol dire che la situazione è molto grave e i giornalisti non allineati sono in pericolo. Ma anche che la poplazione non ha accesso a un’informazione libera e veritiera. Il Governo può bloccare e oscurare arbitrariamente qualsiasi sito web o applicazione per impedire ai cinesi di confrontarsi con il resto de mondo.
Per questo motivo è importante che le organizzazioni internazionali facciano il possibile per proteggere i blogger indipendenti come Huang Qi.
Betty Mammucari