Oggi 12 marzo il mondo celebra la giornata mondiale contro la cyber censura, nata con lo scopo di accendere i riflettori su una questione ancora troppo spesso sottovalutata: la censura della libera espressione e dell’accesso alle informazioni.
La rete viene vista come un territorio senza confini, ma siamo sicuri che sia proprio così? Sono ancora molti gli ostacoli fra lo stato attuale e la libera espressione. Viviamo in un periodo storico contraddistinto dalla immensità di informazioni in circolo e dalla estrema velocità di diffusione delle stesse. Mai come oggi è possibile reperire qualsiasi informazione, raggiungere qualunque parte del mondo, avere accesso a dati di qualunque natura. Sembra possibile oltrepassare i confini spazio – temporali con maggior facilità, ma al contempo mai come oggi la libertà di stampa è stata così in pericolo.
Che cos’è la cyber censura?
Letteralmente il significato di cyber censura è “censura di internet” ed indica le azioni preposte alla censura e al controllo delle informazioni che circolano in rete.
In questa data, da ormai più di 10 anni, si ricorda l’impegno nell’opposizione alla cyber censura operata da parte di alcuni governi per manipolare lo scambio di informazioni e le comunicazioni. Alcuni governi tengono infatti sotto controllo la stampa e la diffusione di informazioni veicolate dai social network. Questo tipo di censura è messa in pratica dagli stessi organi statali attraverso esponenti autorizzati oppure finanziando società private per occuparsene. I governi hanno preso coscienza del forte potere di persuasione esercitato dai media e agiscono di conseguenza, manipolando le informazioni secondo convenienza e sopprimendo i dati considerati “pericolosi” per la salvaguardia del proprio potere. Le motivazioni sottese a queste iniziative sono frequentemente legate a interessi politici, a necessità di sicurezza o, sempre più spesso, a interessi economici. Naturalmente a ogni paese corrisponde un diverso livello di censura sino a giungere a nazioni in cui l’accesso all’informazione è completamente ostacolato.
Il filtraggio delle notizie – il dibattito in evoluzione
Le tecniche utilizzate per controllare le notizie sono diverse: dal filtraggio dei dati, al blocco dell’URL (con relativa comparsa ingannevole della dicitura “error 404 not found” per trarre in inganno i naviganti della rete) alla creazione di “liste nere” su cui i cittadini devono essere tenuti all’oscuro. In merito alla questione si scatenano vivaci dibattiti in perenne evoluzione. In molti approvano le misure cautelative di controllo delle informazioni per garantire un clima di sicurezza e preservare le identità delle nazioni, ma sempre più forti sono le proteste di chi non si arrende a veder imbavagliata la libertà di espressione.
“Dobbiamo essere tutti uguali: non tutti nati liberi e uguali, come dice la Costituzione, ma tutti RESI uguali. Ogni uomo deve essere l’immagine degli altri, perché allora tutti sono felici, non ci sono montagne che li fanno tremare, cime con cui devono confrontarsi. Ecco perché un libro è come un fucile carico nella casa del vicino. Brucialo, togli le munizioni dall’arma. Entra nella mente dell’individuo.”
“Fahrenheit 451″ (Ray Bradbury)
Robert Ménard – le origini della lotta alla cyber censura
La giornata del 12 marzo è stata indetta nel 2010 e promossa dall’organizzazione non governativa e no – profit “Reporter senza frontiere”. L’associazione “Reporter senza frontiere (RSF)” o “Reporters Sans Frontières (RSF)” come venne battezzata originariamente in francese, venne fondata a Parigi nel 1985 da Robert Ménard, un giornalista francese, ma oggi può contare su numerose sedi dislocate in tutto il mondo e ha lo status di consulente delle Nazioni Unite. Originariamente fondata da più soci con l’intenzione di promuovere un giornalismo alternativo, in seguito a disaccordi del gruppo, la direzione assoluta viene assunta da Ménard che la orienta verso la promozione della libertà di stampa. Tra i principi ispiratori dell’organizzazione è ricordata la Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948 che, nell’articolo 19, dichiara testualmente:
“il diritto alla libertà di opinione e di espressione” e anche il diritto di “cercare, ricevere e trasmettere” informazioni e idee “indipendentemente dalle frontiere”
Le attività di “Report senza frontiere” nella lotta alla cyber censura
La principale attività di “Report senza frontiere” nella lotta alla cyber censura è la raccolta di informazioni sullo stato di libertà di stampa nelle diverse nazioni oggetto d’indagine. L’associazione pubblica ogni anno una classifica circa l’indice della libertà di stampa dei vari paesi come rendiconto del lavoro svolto. All’interno della classifica, pubblicata sul sito di ogni paese che collabora al progetto, sono inseriti anche il numero e il paese dei giornalisti uccisi. Esistono naturalmente vistose differenze in classifica tra i paesi. Negativa la situazione di paesi come Cina, Iran e Siria, mentre altrove i dati non sono classificabili a causa della impossibilità di indagine.
All’esame della classifica ben due terzi della popolazione mondiale appartiene a stati che subiscono atti di cyber censura da parte delle autorità. L’Italia, considerata “zona libera”, non può sedere sugli allori a causa di alcuni attacchi e minacce nei confronti dei giornalisti, specialmente nel sud Italia.
Un messaggio di denuncia contro la cyber censura
Report senza frontiere agisce attraverso ricorsi alle autorità governative, petizioni, comunicati stampa, campagne promozionali per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Oltre alla denuncia, tra le attività dell’organizzazione rientrano anche le iniziative di assistenza ai giornalisti in difficoltà a causa delle oppressioni governative. La giornata mondiale, come la pubblicazione della classifica e il conferimento del “Netizen Price”, il premio assegnato a chi si è contraddistinto per la lotta alla cyber censura, hanno lo scopo di informare tutti gli interessati delle ultime evoluzioni della lotta alla censura e di lanciare un messaggio di denuncia e nei confronti degli atti repressivi in corso.
Serena Oliveri