Avviato il “Cultural Land Scanner” il programma che porta l’ intelligenza artificiale ad Indiana Jones. Una piattaforma digitale si appoggerà alla visione satellitare di Copernicus e permetterà di scoprire nuovi siti archeologici e di salvaguardare quelli esistenti. La collaborazione tra il gruppo dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (IIT) e L’Agenzia Spaziale Europea (ESA), sarà guidata dalla ricercatrice Arianna Traviglia, e dal Culture and Heritage Centre dell’ITT.
Implementare il telerilevamento con l’IA
Il sistema di rilevamento messo a punto dal gruppo di Traviglia utilizzerà la piattaforma di osservazione terrestre gratuita, Copernicus, che combina il telerilevamento satellitare al rilevamento in situ. Ma Copernicus non serve solamente ad osservare la terra, il software offre servizi di monitoraggio e mappatura del suolo che risultano utili per azioni mirate nella paesaggistica, nella salute e nella sicurezza civile. Attraverso il telerilevamento che è il metodo di ricerca superficiale dei satelliti è stato possibile scovare anomalie del suolo e della vegetazione che hanno portato ad importanti scoperte archeologiche. Tuttavia l’affidabilità della archeologia attraverso il telerilevamento è stata messa in discussione dalla comunità scientifica. La Traviglia ha giustamente pubblicato diverse ricerche che sottolineano l’indiscutibile necessità dell’osservazione umana, per poter dimostrare ciò che il satellite può solo suggerire.
Famoso è il caso della scoperta, delle due piramidi di Abu Sidhum e Soknopaiou Nesos, scoperte da un ricercatrice amatrice di nome Angela Micol nel 2011. La falsa interpretazione delle prove causò un’ondata di notizie false ed il conseguente discredito delle tecniche di rilevamento dagli archeologi.
Ma la Traviglia e il suo team sono tra i pochi nel mondo che hanno continuato a lavorare per lo sviluppo di un sistema di elaborazione dati potenziato da Intelligenza Artificiale che permettesse dei margini minori di errore. Una piattaforma dedicata verrà da loro sviluppata durante i 2 anni di progetto.
Con l’algoritmo di deep learning di I.A. , sarà possibile processare più efficientemente le stratificazioni e le minime incongruenze della superficie terrestre. Con un intelligenza in più, potremmo scavare meglio. Si possono combinare così tanti dati che I.A. può giudicare se un pezzo di terra è simile all’altro, di seguito, nell’ reticolo dell’immagine. Così le opere d’arte, le strade del passato, ed i simboli del cammino potrebbero rivelarsi ai nostri occhi e condurci verso scoperte inimmaginabili.
Il potere dell’intelligenza artificiale a servizio dell’uomo
Grazie alla interpretazione computerizzata, le immagini satellitari saranno confrontate più velocemente con i dati dei sopralluoghi e delle banche dati di Copernicus. Finora il metodo di rilevamento satellitare era composto solo di foto aeree, rendering 3D e immagini a bande spettrali.
In questo progetto, la Traviglia ha intenzione di creare un ambiente sinergico in cui l’intelligenza del computer e l’intelligenza umana non competono. Il rilevamento tramite satellite è solamente il punto di partenza. Anche se sarà rafforzato da un meccanismo di apprendimento, saranno le attività in situ a validare le scoperte satellitari.
La piattaforma del gruppo di Traviglia, darà una spinta in più all’archeologia spaziale e diventerà un luogo di riferimento per la conservazione dei beni culturali
Il telerilevamento ha fin ora facilitato la ricerca archeologica sia in terra che in mare, e ha permesso di misurare l’impatto antropico sulle diverse aree archeologiche.
Ma la piattaforma Cultural Land Scanner, sarebbe anche capace di sorvegliare dei siti intorno a cui è già stato scoperto qualcosa. Grazie alla capacità di computazione continua sull’immagine dal satellite, I.A. può rilevare anche fattori minimi di cambiamento come l’erosione da agenti esterni e la trafugazione nel sottosuolo.
I.A contro i Tombaroli?
In un paese come l’Italia, in cui vengono fatte scoperte archeologiche ogni mese, si spera che la piattaforma possa essere il colpo basso definitivo per “possibili” trafugatori.
In realtà gli assoldati per “Archeologia Criminale” sono già molto conosciuti da noi come “tombaroli”. Solitamente privi di un interesse culturale, vanno in cerca di tesori antichi nelle tombe, armati di metal detector e indicazioni. I clienti dei tombaroli sono solitamente i mercanti d’arte, i collezionisti e i curatori. Si riporta che in Italia, la regione più colpita è il Lazio. Su tutto il territorio italiano, il mercato dell’archeologia criminale gira intorno agli 80 milioni di euro senza contare il danno culturale che arreca al paese.
La piattaforma del Cultural Landscape Center, in mani giuste, servirà dunque a chi vuole conservare i beni culturali per fermare in tempo questi “inviati segreti” delle antichità. Sulla piattaforma si potrà aggiornare velocemente i dati sul territorio basandosi su tre visioni differenti: quella del satellite, quella dell’intelligenza artificiale e quella degli scienziati e fotografi in spedizione. Il mondo della ricerca infatti, ha con questo progetto la missione di rafforzare il “network” di collaborazione tra archeologi, tra cui vediamo molti Italiani che si spingono al di là del mediterraneo per esplorare antichi passaggi come La Cappella Sistina amazzone.