Cantieri culturali. In arrivo mezzo miliardo al Sud

Non solo la Valle dei Templi di Agrigento e il Parco Archeologico di Gela. Previsti interventi di tutela e riqualificazione culturale su tutto il territorio siciliano

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Buone notizie in merito a cultura e sviluppo. Mezzo miliardo di euro di fondi è stato destinato da Roma ai cosiddetti “cantieri della cultura”, maggiormente concentrati nelle regioni del sud. Circa 88 interventi previsti tra Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. E’ notizia di dieci giorni fa l’approvazione del Piano di Azione e Coesione Complementare 2014-2020 da parte del Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica. Tale piano, peraltro, è parte integrante del Piano operativo nazionale Cultura e sviluppo del Mibact. Il valore del Pac appena approvato è pari a 133.622.878 euro, che sommandosi ai 360 milioni del Pon cultura raggiungono la cifra di 493 milioni di euro. Un simile quantitativo sarà ovviamente destinato a riforme sostanziali, riqualificazioni e interventi migliorativi che potrebbero rendere più fruibili i siti culturali del Mezzogiorno, rendendo a tutti gli effetti la cultura un ingranaggio fondamentale per lo sviluppo economico.

Dopo una sequela infinita di tagli al settore, la notizia di ristrutturazioni e creazione di strutture ex novo atte ad accogliere i flussi turistici ha davvero dell’incredibile, ma tant’è. Centri di accoglienza, musei multimediali, efficientamento energetico sono giusto un esempio di come questi soldi verranno spesi. E in Sicilia? Dalle pagine de La Sicilia si sa che 846.545 euro sono destinati al  Museo regionale di Aidone, in provincia di Enna, e all’area Archeologica di Morgantina; 6.652.862 euro andranno alla Valle dei Templi di Agrigento; 8.600.000 euro al Museo regionale della Ceramica di Caltagirone; 4.906.713 euro al Museo archeologico di Camarina e al prossimo Parco Archeologico di Siracusa; 4.316.098 euro per il Parco Archeologico di Gela; 6.583.445 euro per l’Area Archeologica della Neapolis di Siracusa. Questi i principali interventi, ma i beni culturali destinatari dei fondi sono molti di più, disseminati in tutto il territorio siciliano.

Soffia un vento nuovo, dunque, sul comparto culturale del Belpaese? In realtà la tutela del patrimonio artistico-culturale è da sempre stata una questione dal sapore agrodolce, condita da un labile sostegno istituzionale e appesantita per giunta da un grosso divario tra nord e sud del Paese. Lo sappiamo ancora meglio qui in Sicilia, dove esempi come il Museum di Bagheria – o Baaria, per vestirla dell’ incanto che le appartiene – o il Farm Cultural Park di Favara sono stati due sonori schiaffi alla politica regionale, debole o assente nella tutela delle proprie ricchezze, assestati da privati che hanno creduto nell’arte e nella cultura. Visti i risultati ottenuti, ne avevano ben donde. Museum nasce dalla profonda convinzione che l’arte non sia necessaria, ma indispensabile.  Da qui la creazione di un osservatorio dell’arte contemporanea in Sicilia, fortemente voluto dal gallerista Ezio Pagano per tutelare e promuovere opere di artisti siciliani. E’ così che da una quindicina di anni, autori del calibro di Renato Guttuso e Carla Accardi trovano in Museum la loro vetrina permanente. Contrariamente al nome, Museum non è solo una mostra. E’ un laboratorio in continuo fermento, che cerca e scova talenti siculi sparsi per tutto il globo. Osserva, cataloga, custodisce e sperimenta.

Il Farm Cultural Park è invece il primo parco culturale della Sicilia, nato per recuperare il centro storico di Favara, così come concepito nel 2010 dal notaio Andrea Bartoli e da sua moglie, l’avvocato Florinda Saieva. Nasce all’interno del Cortile Bentivegna, fatto da tanti piccoli cortili perimetrati da edifici arabeggianti, e rappresenta un polo attrattivo per chiunque graviti attorno al mondo della cultura; dall’architetto allo scrittore, allo scultore o pittore, al musicista e, ovviamente, al turista. In attesa di vedere simili mecenati ai vertici del Mibact, godiamoci le ristrutturazioni.

Alessandra Maria

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