In una mossa destinata a ridefinire i contorni dell’economia cubana, il governo ha appena annunciato l’abbandono del regime di cambio fisso con il dollaro statunitense. Questa decisione, rivelata dal Primo ministro Manuel Marrero durante un intervento parlamentare, segna una svolta significativa nella politica monetaria dell’isola, introducendo un sistema di cambio flessibile più dinamico e in linea con le fluttuazioni dei mercati internazionali.
La misura di un nuovo tasso di cambio variabile giornaliero era già stata proposta nel 2023, all’interno del nuovo “programma di stabilizzazione macroeconomica, e in seguito rinviata molte volte”: si tratta di una riforma necessaria motivata dalla volontà di rafforzare le riserve in valuta estera del Paese.
Negli ultimi anni, infatti, il regime di cambio fisso ha mostrato i suoi limiti, rivelandosi inadeguato di fronte alle crescenti pressioni esercitate dalle sanzioni economiche e dalle turbolenze del mercato globale: il nuovo regime di cambio consentirà all’economia cubana di adattarsi più rapidamente alle variazioni dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali e alle fluttuazioni dei tassi di cambio delle principali valute.
Inoltre, questo può essere un utile strumento per combattere l’economia sommersa, inviando al contempo un un segnale positivo agli investitori stranieri, incoraggiandoli a investire nell’economia cubana.
Marrero ha messo in luce le problematicità del vecchio sistema, elogiando invece i miglioramenti che questa riforma sarà in grado di portare:
«Lo scopo è che le persone si sentano attratte e abbiano più fiducia nel vendere le loro valute al sistema bancario […] Il sistema bancario statale è stato tagliato fuori dall’attività di cambio, che è invece prosperata nell’illegalità. Bisogna riconoscere che l’economia è stata dollarizzata a causa dell’esistenza di un fiorente mercato dei cambi illegale.»
Non è stato però ancora annunciato quando entrerà in vigore il nuovo tasso né quale sarà il suo ammontare iniziale.
Un’economia sulla via della “rivoluzione”
Questa nuova misura non appare come una novità ma emerge in continuità di un processo iniziato con l’eliminazione della doppia valuta cubana allo scopo di sanare un’economia devastata da decenni di embargo.
Infatti, fino al 2021 a Cuba esistevano due valute ufficiali il CUP,Peso Cubano (utilizzato principalmente dalla popolazione locale per spese quotidiane) e il CUC (o Peso Convertibile), utilizzato per il turismo, i prodotti importati e molte transazioni legate al mercato estero. Questa dualità è stata appunto eliminate proprio a causa delle complessità e diseguaglianze da essa generate.
Oggi rimane in vigore il CUP ma permangono alcue problematiche: innanzitutto molte transazioni, soprattutto quelle legate a beni importati e prodotti di lusso, avvengono in USD e dunque il governo ha aperto negozi che accettano solo carte ricaricabili in valuta estera, spesso caricate in dollari o euro. A questo si aggiunge il fatto che il tasso ufficiale non riflette sempre il valore reale della moneta e molti cubani si affidano al mercato nero per convertire valuta a tassi molto più elevati.
In particolare, attualmente a Cuba i tassi di cambio ufficiali sono: 24 CUP= 1 dollaro (per le persone giuridiche) e 120 CUP = 1 dollaro (per i cittadini), dei valori che però appaiono notevolmente gonfiati nel mercato informale, dove il dollaro americano viene scambiato per circa 320 CUP.
L’ennesimo buco nell’acqua? O la svolta?
La nuova misura sembra promettere bene, soprattutto perché il governo ha annunciato che consentirà alle aziende, previa autorizzazione statale, di fatturare in valuta estera i loro prodotti e servizi.D’altra parte però, le autorità hanno imposto un limite giornaliero di vendita di 100 dollari o euro, a seconda delle scorte di quella valuta nei cambi statali.
Inoltre, in un primo periodo, l’applicazione del nuovo tasso di cambio potrebbe contribuire a un aumento dell’inflazione a causa dell’allineamento del tasso di cambio ufficiale a quello di mercato: le autorità monetarie hanno già rassicurato la popolazione dichiarando che sono state messe in atto misure per contenere l’impatto sui consumatori ma i cittadini già lamentano da mesi una crescita del prezzo della benzina e dei carburanti, una problematica che potrebbe ancora peggiorare.
Sara Coico