CryptoKitties – la criptovaluta che fa le fusa (altro che bitcoin!)

Fonte: cryptokitties.co.

L’informatica ha rivoluzionato la nostra vita in tanti aspetti. Basti pensare all’industria 4.0. Avreste però mai pensato che avrebbe rivoluzionato anche il modo in cui intendiamo i soldi e i gatti…contemporaneamente? La confusione è comprensibile, per cui vediamo di spiegare cosa sono questi CryptoKitties.

CryptoKitties
Fonte: cryptokitties.co.

Semplice collezionismo?

Da qualche giorno, l’azienda canadese AxiomZen ha lanciato una nuova piattaforma di gioco: CryptoKitties, appunto. In questo gioco è possibile acquistare, collezionare e vendere dei gattini virtuali. Vengono rilasciati nuovi gatti ogni 15 minuti, gatti che saranno di razze diverse e che avranno una rarità maggiore rispetto ad altre (per cui i gatti delle razze più rare costeranno di più). Un cryptokitty non può però generare altri figli se è già in attesa (giustamente, aggiungerei). Fin qui, qualcuno potrebbe pensare che non ci discostiamo molto da un ibrido tra i Tamagotchi e i Pokémon. L’innovazione, infatti, si annida altrove…



La blockchain di Ethereum

Ciò che rende tutto profondamente diverso (nonché rischioso) è la modalità di accesso e di gioco. È infatti necessario, innanzitutto, utilizzare un portafogli virtuale, MetaMask, in cui andranno a finire i vostri soldi…sotto forma di criptovaluta. Nello specifico, se volete giocare a CryptoKitties dovete inserire degli ether (Ξ) in questo wallet. Questo significa che tutte le transazioni (acquisto, vendita, ecc.) sono registrate proprio sulla blockchain di Ethereum. Per chi no sapesse cosa è una blockchain, in breve (e in maniera estremamente semplificata) si tratta di un database costituito letteralmente da una catena di blocchi, blocchi all’interno dei quali sono registrate queste transazioni. Ogni nuova transazione (dopo essere stata verificata e validata) costituisce un blocco di questa catena. La blockchain si contraddistingue per affidabilità e immodificabilità dei dati in essa contenuti.





Perché giocarci?

Il successo di questo gioco è dato dall’utilizzo di criptovaluta, unito alla possibilità di far accoppiare i propri gatti, generando nuovi cryptokitties, ognuno con il proprio codice genetico di 256 bit. Più è raro questo codice, più varrà il gatto in questione: consultando CryptoKittyDex, potrete vedere quali sono le razze più rare. A questo punto bisogna capire se tenere o vendere un gatto raro.

Fonte: cryptokitties.co.

Generazioni di CryptoKitties

Per capire cosa fare di un gatto, dobbiamo tenere presenti alcuni fattori. Il valore di un cryptokitty è determinato dal suo codice genetico, che in parte dipende dalla generazione a cui appartiene. Della Gen 0 fanno parte i gatti rilasciati ogni 15 minuti di cui abbiamo parlato prima. Se un gatto Gen 0 si accoppia con un altro Gen 0, si otterrà un cryptokitty della Gen 1. Se un Gen 1si accoppia con un Gen 4, si otterrà un Gen 5 e così via. Più si va in là con le generazioni, meno valore avrà il gatto in questione. Dopo razza e generazione, il terzo elemento da considerare è il fattore cooldown, cioè quanto impiega una cryptokitty a partorire, valore che va da “veloce” a “catatonico”.



Cifre folli

Tenete presente che attualmente un ether si attesta sugli (oltre) 400 euro, ma che il valore di un gatto non è fisso. Va considerato anche quello che abbiamo detto prima sulla Gen 0, perché il valore di questi gatti nuovi si aggira attorno agli 8 Ξ. Si sono raggiunte punte di oltre 100.000 dollari (256 Ξ), come nel caso del cryptokitty di cui leggete nel tweet più sopra. Considerate, infatti, che sono stati acquistati/venduti gatti per un valore che si aggira oltre gli 8 milioni di dollari. È incredibile, considerando che CryptoKitties è online dal 28 novembre.

CryptoKitties sarà una bolla?

A causa di questa esplosione di popolarità, tutta la network di Ethereum ha subito dei rallentamenti. Il punto è che si tratta di oggetti “solo” da collezione…in teoria. Inoltre, ottenere un gatto raro è difficile e non c’è modo di trovarne uno velocemente. Infatti, l’algoritmo che determina la rarità di un gatto è segreto e chi lo conosce non può giocare a CryptoKitties. Come si muoverà il mercato in questo senso è del tutto imprevedibile. E voi che ne pensate? Vi avvicinerete alle criptovalute grazie a questo esperimento della AxiomZen? Siete esperti di blockchain? Fateci sapere cosa ne pensate in un commento.

Davide Camarda

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